Rabéarivelo, Jean-Joseph
poeta malgascio di lingua francese (Tananarive 1903-1937). In bilico fra due mondi e due culture, concluse con il suicidio una vita travagliata e infelice. La sua opera, permeata di vibrante sensibilità, è dominata dall'evocazione ossessiva della morte. Le sue prime raccolte liriche risentono dell'influenza francese, dai parnassiani ai simbolisti. Con Presque-songes (1934; Quasi-sogni) ritrovò le proprie radici malgasce e trasfuse la vena surrealista nella viva sostanza dell'antica poesia degli hain-teny. Con Traduit de la nuit (1935; Tradotto dalla notte), poesie vivide e brevi, riprese, approfondendola, la nuova tecnica e ispirazione, che si ritrova anche nell'ultima raccolta Vieilles chansons des pays d'Imérina (1937) in cui cantò, in francese e in malgascio, l'antica civiltà della sua terra. Sono inoltre da ricordare la fantasia drammatica Imaitsoanala (1935), i versi di Chants pour Abéone (1936) e la novella Interférence (postuma, 1982).