Quito
Indicecapoluogo della provincia di Pichincha e capitale dell'Ecuador, 2817 m s.m., 1.697.000 ab. (stima 2007).
Quito. La facciata della chiesa nel convento di S. Francesco.
De Agostini Picture Library/M. Seemuller
Generalità
Situata nella parte centrosettentrionale dell'Ecuador, nel cuore delle Ande, ai piedi del vulcano Pichincha, sul Río Machángara, affluente del Río Guaillabamba, è, dopo La Paz, la capitale posta alla quota più elevata. L'abitato, diviso in tre parti da due profondi burroni, ha un aspetto moderno e monumentale, pur conservando, nonostante i danni provocati da numerosi terremoti, diverse testimonianze dell'epoca coloniale spagnola; nel settore meridionale si estendono i quartieri indios, caratterizzati da vie strette e tortuose. È sede di due università (Statale, 1769; Cattolica, 1946), un politecnico (1869), un'accademia delle scienze. Nel 1978 l'UNESCO ha inserito il centro storico di Quito nell'elenco dei patrimonio culturale dell'umanità. È sede universitaria dal 1769.
Storia
Il nome deriva dagli indios Quitus, che abitavano la zona prima della conquista degli Inca (1470); agli indios, appunto, si fa risalire la fondazione della città, nel X secolo. Nel 1533 fu occupata dallo spagnolo Sebastián de Belalcázar; successivamente fece parte del vicereame del Perú e dal 1718 venne unita al Capitanato della Nuova Granada. Divenne indipendente dopo la vittoria del generale Sucre nella battaglia di Pichincha (1822) contro gli spagnoli. Fece parte in un primo tempo della confederazione della Gran Colombia (Colombia, Ecuador, Venezuela), ma quando questa si sciolse (nel 1830) il Cabildo abierto che vi si tenne proclamò l'indipendenza dell'Ecuador: in quell'occasione, Quito divenne capitale della nuova repubblica.
Arte
La città è caratterizzata dalle architetture spagnolo-coloniali barocche dei sec. XVI e XVII. I monasteri di S. Francisco (al cui interno è stato allestito anche un museo) e di S. Domenico e la chiesa della Compagnia di Gesù, con l'annesso collegio, hanno interni riccamente decorati e rappresentano l'esempio più classico della cosiddetta scuola barocca di Quito, in cui si fondono elementi spagnoli, italiani, moreschi e fiamminghi, con l'aggiunta di un influsso dell'arte indigena precolombiana. Il convento francescano dell'Immacolata Concezione, fondato nel 1577, uno dei più antichi della città, è notevole per il suo aspetto imponente e i suoi vasti spazi; il convento El Tejar, del XVIII secolo, è caratteristico per le torrette che gli conferiscono un aspetto orientaleggiante. Tra gli edifici civili spiccano il palazzo del Governo e l'università statale, entrambi settecenteschi. Nell'interno della cerchia urbana sono compresi anche alcuni siti archeologici, fra cui i più importanti sono quelli di La Florida e Rumipamba, con testimonianze rispettivamente del 500 e del 2000 circa a.C.; Rumipamba è stato trasformato in un parco ecologico-archeologico, aperto nel 2009. Il Museo Oswaldo Guayasamín, è dedicato all'opera del grande artista di origine india che nei suoi lavori ha espresso la fusione fra cultura indigena e cultura europea, ricavandone una sintesi innovativa. Il Museo del Banco Central conserva reperti antichi, dal IV millennio a.C. fino alla civiltà degli Inca, con una ricca collezione di maschere rituali in oro. Interessante anche il museo dedicato all'arte coloniale.
Economia
Collegata alle principali città del Paese tramite una ferrovia (Guayaquil-San Lorenzo) e la Carretera Panamericana, Quito è un importante centro amministrativo e commerciale. Posta al centro di una ricca area agricola, resa fertile dalle ceneri del Pichincha, la città ospita alcune industrie manifatturiere di trasformazione dei prodotti agricoli locali (birra, conserve, latticini), tessili, calzaturiere, chimiche, petrolchimiche, cartarie, meccaniche, farmaceutiche, del legno, della gomma, del tabacco e del cemento. I collegamenti internazionali sono affidati all'‘aeroporto Mariscal Sucre.