Popović, Jovan Sterija
autore teatrale serbo (Vršac 1806-1856). Professore liceale a Kragujevac e a Belgrado, dal 1842 svolse un'importante funzione al Ministero della Pubblica Istruzione e si adoperò con tutte le sue forze per lo sviluppo della scuola nella sua terra natale. Con eguale impegno si dedicò a promuovere interesse per il teatro in un tempo in cui non esistevano ancora né attori professionisti né istituzioni teatrali stabili. Scrisse poesie liriche e odi pseudoclassiche, raccolte poi nel volume Canti di guerra (1892 e 1893), prose narrative, tra cui un romanzo romantico-sentimentale, ma la forma a lui più congeniale fu indubbiamente quella teatrale. Pur influenzate dal romanticismo, le sue commedie offrono realistici affreschi di tipi prettamente serbi e di peculiari ambienti della società belgradese. Tra esse spiccano Il bugiardo e il suo compagno (1830), L'avaro ovvero Kir-Janja (1837), Villan rifatto (1838), La cattiva donna (1838), I patrioti (1848) e Belgrado di un tempo e di adesso (1853). Tra i suoi drammi storico-patriottici si ricordano Miloš Oblić (1828), La morte di Stefano di Dečani (1841) e Il sogno del principe Marko (1847).