Pollènzo

frazione del comune di Bra (provincia di Cuneo), situata a 198 m s.m. sulla sinistra del fiume Tanaro, poco a valle della confluenza in esso della Stura di Demonte. Sorge sul luogo della romana Pollentia, dove nel 402 le legioni imperiali guidate da Stilicone respinsero l'offensiva dei Visigoti di Alarico, costringendoli a riparare nell'Illirico. Decaduta in seguito per le incursioni barbariche e ridotta a un piccolo villaggio, nel sec. XVIII entrò a far parte dei domini dei Savoia. § Negli anni Trenta dell'Ottocento, per volontà di Carlo Alberto, furono ristrutturati il castello e il borgo medievale, fu edificata la neogotica chiesa di San Vittore (che conserva un prezioso coro ligneo del Cinquecento) e fu istituita l'Agenzia agricola su un'area di oltre seicento ettari. Della città romana sono stati individuati i resti di un teatro e di un tempio. La vasta piazza in località Colosseo riproduce l'andamento dell'anfiteatro, di cui restano le fondazioni. Nei dintorni si trova il Turriglio, edificio circolare di difficile interpretazione, con quattro nicchie in corrispondenza dei punti cardinali. Il castello di Pollenzo figura dal 1997, con altre residenze sabaude, nel patrimonio dell'umanità dell'UNESCO; la struttura ospita la Banca del Vino (la prima in Italia) e una delle due sedi dell'università di Scienze Gastronomiche (l'altra è a Colorno, in Emilia-Romagna).

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