Alarico I
re dei Visigoti (Perice in Romania ca. 376-Cosenza 410). Seguace, con i suoi, dell'arianesimo, fu riconosciuto, ancor giovane, duce dei Visigoti. Nel 396 guidò il suo popolo verso la Tracia, spingendosi da una parte fino a Bisanzio, dall'altra fino in Grecia. Respinto da Stilicone, ottenne poi la carica di magister militum e il governo dell'Illirico. Acclamato re dai suoi, si presentò una prima volta in Italia conquistando Aquileia, ma Stilicone lo batté a Pollenzo e a Verona (402) costringendolo a rientrare nell'Illirico. Dopo la morte di Stilicone, scese in Italia, assediò Roma nel 408 e si astenne dal saccheggiarla dietro un forte compenso in oro. Tuttavia, quando Arcadio gli negò la cessione del Norico, invase nuovamente l'Italia scendendo fino a Roma che espugnò (410), abbandonandola per tre giorni al furioso saccheggio dei suoi soldati. L'evento fece enorme impressione e non pochi attribuirono la caduta di Roma alla vendetta degli dei per il diffondersi del cristianesimo. Sant'Agostino replicò a tali accuse con la sua De Civitate Dei. Dopo il sacco, Alarico I, portando con sé Galla Placidia, sorella di Onorio, scese nell'Italia meridionale, forse per trasferirsi in Africa, grande produttrice di frumento, ma la morte lo colse ai bordi del Busento, nel cui letto fu seppellito, insieme al suo tesoro, dopo che i soldati avevano fatto deviare il corso del fiume, secondo la leggendaria versione dello storico Giordane.