Polìtica (opera filosofica)
(greco tà Politiká). Opera filosofica di Aristotele, suddivisa in otto libri e giunta a noi incompleta e poco ordinata: principio fondamentale della vita politica – afferma Aristotele – è la ferma convinzione che l'uomo è un essere sociale e per attuare la sua personalità deve necessariamente essere inserito in una forma sociale (famiglia, tribù, città, Stato). Famiglia, tribù e città (in quanto estensione territoriale, raggruppamento di un dato numero di persone di razza uguale o diversa) sono però forme imperfette e insufficienti, perché a dare vera organizzazione politica e autentica forma di associazione civile è solo la città-Stato, che si è data una propria “costituzione”, cioè un'organizzazione razionale. Aristotele non propende per questa o quella forma di governo: le giudica tutte buone, ma tutte ugualmente passibili di degenerazione; tutt'al più si può stabilire fra loro una specie di graduatoria solo nella proporzione in cui l'una riesce meglio delle altre ad assicurare l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. È un modo di guardare la realtà politica con una mentalità eminentemente empirica, di fermarsi al “come è” e non al “come dovrebbe essere”. Non fa quindi meraviglia che accetti come fatti naturali la proprietà privata e la schiavitù: così le ha trovate e così le accetta, considerando immodificabili le strutture politiche in cui vive. Di conseguenza anche l'educazione del futuro cittadino dovrà corrispondere alla forma e qualità di costituzione che lo Stato a cui appartiene si è dato.