Piscator, Erwin
regista e direttore teatrale tedesco (Ulm 1893-Starnberg 1966). Massimo esponente del teatro di impegno politico di sinistra in Germania dopo la prima guerra mondiale, subì influenze sovietiche, espressionistiche, ecc., nel foggiarsi uno strumento espressivo personale. Questo traeva fondamentale partito dalle proiezioni cinematografiche e di immagini fisse e da varie risorse scenotecniche, per meglio svolgere un discorso pedagogico in senso appunto politico. I copioni allestiti da Piscator prima alla Volksbühne, poi al Theater am Nollendorff-Platz (o Piscatorbühne), furono talora classici volti a significati d'attualità, come Die Räuber (I masnadieri) di Schiller (1926), talaltra opere d'ispirazione politica immediata, o ancora riduzioni, come Abenteuer des braven Soldaten Schweik (Le avventure del buon soldato Švejk; curata da Brecht – già in cammino verso il teatro “epico” – ed altri), tratta dal celebre romanzo omonimo di J. Hašek, con cui Piscator colse nel 1928 il suo maggior successo. Emigrato negli Stati Uniti, Piscator vi fondò una scuola d'arte drammatica, The Dramatic Workshop, con i cui allievi allestì spettacoli anche pubblici. Rientrato in Germania dopo la seconda guerra mondiale, vi riprese una posizione di grande rilievo, ma senza che la sua attività assumesse più la portata innovatrice dell'epoca weimariana. Da ricordare di questo periodo, fra l'altro, Krieg und Frieden (1955; Guerra e pace) di Tolstoj, riduzione dello stesso Piscator e di A. Neumann; Die Ermittlung (1965; L'istruttoria) di P. Weiss.