Pentecòste
IndiceDefinizione
sf. [sec. XIII; dal greco pentēkostḗ (hēméra), cinquantesimo (giorno)]. Antica festa ebraica, che si celebrava nel cinquantesimo giorno dopo la Pasqua; rientrava nel ciclo delle feste agricole e celebrava la prima mietitura: astensione dal lavoro, offerta delle primizie, sacrifici di espiazione e di ringraziamento ne costituivano gli elementi cerimoniali caratteristici (Levitico 23: 15-21).
Pentecoste. Particolare della pala della Maestà di Duccio di Boninsegna con la raffigurazione della Pentecoste (Siena, Museo dell'Opera del duomo).
De Agostini Picture Library/G. Nimatallah
Religione
Secondo la tradizione cristiana, la Pentecoste è la festa che commemora la discesa dello Spirito Santo sui discepoli di Gesù e l'inizio dell'attività della Chiesa, e insieme conclude le solennità pasquali. Gesù aveva promesso l'invio dello Spirito Santo che, nel giorno di Pentecoste, scese sui discepoli in forma di lingue di fuoco e da allora essi, prima timidi e paurosi, predicarono con forza e coraggio il Vangelo. È l'inizio della Chiesa che, piena di Spirito Santo, annuncia a tutti gli uomini il Vangelo e santifica i credenti mediante i sacramenti. L'evento della Pentecoste si rinnova per ogni cristiano particolarmente nella Cresima, nella quale riceve, come gli apostoli, lo Spirito Santo, per essere nel mondo un testimone di Cristo.
Folclore
Il Medioevo ci ha tramandato una delle tradizioni più felici sulla Pentecoste: dall'alto della Chiesa si faceva cadere una pioggia di petali di rose rosse e di batuffoli di stoppa accesi a ricordare le lingue di fuoco che nel Cenacolo si deposero sulla testa degli apostoli e della Vergine Maria raccolti in preghiera: le rose come simbolo di amore e di dedizione, il fuoco a indicare la veemenza della grazia dello Spirito Santo. A Roma la pioggia simbolica avveniva invece la domenica prima nella chiesa di S. Maria ad Martyres: mentre il papa parlava della festa della Pentecoste, dall'alto dell'occhio della rotonda si gettavano rose a figurare la venuta dello Spirito Santo con la sua grazia; a Bayeux in Francia cadevano invece fiori di sette colori, simboli dei sette doni dello Spirito Santo. In altre località, al canto dell'Epistola, si produceva un vento impetuoso e si suonavano le trombe a ricordo del turbine che avvolse il Cenacolo alla discesa dello Spirito Santo. Al canto del Veni Creator poi si accendevano le candele, suonavano le campane e sette sacerdoti, indossata la pianeta, s'inginocchiavano con il vescovo ai piedi dell'altare con gli incensieri fumanti. In S. Pietro e nella basilica di Orvieto si ripeteva l'usanza della colomba (simbolo dello Spirito Santo) che percorre il filo tra lo sparo di mortaretti. Fuori della tipologia cristiana è ancora viva di antichi significati mitici del “culto degli alberi” e delle “feste del maggio” l'usanza russa di rivestire, nel giorno di Pentecoste, la più bella fanciulla del paese con foglie di betulla e di acero e di portarla in giro per il villaggio; altrove invece portano di casa in casa una betulla con vestiti femminili; in Svizzera i ragazzi mascherano un loro compagno con ramoscelli chiamandolo “il pazzo di Pentecoste”, poi lo portano al villaggio su di un cavallo e, giunti al pozzo, lo tuffano nella tinozza. Da parte sua il “pazzo” si diverte a bagnare tutti quanti e questo si chiama “l'annacquamento di Pentecoste”; in Inghilterra uno spazzacamino gira per il paese chiuso in un “canestro di Pentecoste”, coperto d'edera e di agrifoglio e sormontato da corone di fiori e da nastri; in Ungheria le ragazze scelgono la più bella fra loro perché sia “la regina di Pentecoste”, le pongono in capo una ghirlanda e la portano di casa in casa cantando vecchie ballate e ricevendo doni; in Boemia il lunedì di Pentecoste i ragazzi portano in giro sotto un baldacchino “il re e la regina”, seguiti da paggi e, passando per le case del paese, accettano regali; nella Slesia si accende fra i ragazzi la gara per diventare re: vi riesce chi sale per primo su di un alto tronco liscio. Allora si fa sedere il re a un lauto banchetto, si fa il giro del paese a raccogliere doni (si possono asportare dalle case tutti i generi mangerecci che non sono sotto chiave). Da ultimo il re pianta “l'albero di maggio” davanti alla casa del suo padrone e quivi resta per tutto l'anno. In Danimarca viene mascherata una bambina come “la sposa di Pentecoste” e le si sceglie un ragazzetto come sposo: incoronati di fiori, essi passano per le case del paese e ricevono in dono uova, burro, pagnotte, crema, caffè, ecc. Con questi doni si prepara il banchetto di nozze e si balla per tutta la notte. Un altro gruppo di usanze celebra invece a Pentecoste l'uccisione dello spirito dell'albero in connessione con l'antica credenza pagana che l'uomo-dio per essere preservato dal decadimento dell'età doveva essere colpito di morte violenta. La credenza è trasferita al re del bosco, che subirà una morte simbolica perché trasmetta il suo spirito al successore. E la festa della Pentecoste coincide così, quasi sempre, con le usanze per “l'albero di maggio”.