Pépe, Gabrièle (uomo politico)
uomo politico (Civitacampomarano, Campobasso, 1779-1849). Ufficiale borbonico, aderì alla Repubblica Partenopea e all'avvento della reazione (1799) fu costretto all'esilio in Francia. Si arruolò nell'esercito napoleonico e combatté valorosamente a Marengo. Rientrato a Napoli (1803), passò al servizio di Giuseppe Bonaparte e poi di Gioacchino Murat combattendo in Spagna, nelle Marche e nelle Romagne. Al ritorno di Ferdinando I conservò il suo grado di maggiore e nel 1820 fu eletto deputato. In tale qualità biasimò vivacemente il viaggio del re a Lubiana, propose che si ponesse in stato di accusa il ministero e si oppose agli accordi di Florestano Pepe con gli insorti siciliani. Relegato a Brünn, quando le forze controrivoluzionarie ebbero il sopravvento, nel 1822 si stabilì a Firenze dove collaborò attivamente all'Antologia di Vieusseux ed ebbe (1826) un famoso duello con Lamartine che aveva chiamato l'Italia “terra dei morti”. Ritornato in patria nel 1826, visse in disparte sino al 1848 quando fu nominato generale della guardia nazionale e in seguito nuovamente deputato.