Ooka, Shōhei
scrittore giapponese (Tōkyō 1909-1988). Laureato in letteratura francese all'Università di Kyōto, ottenne dapprima una certa fama come studioso e traduttore di Stendhal. Nel 1944 fu richiamato alle armi e inviato nelle Filippine dove fu fatto progioniero dall'esercito americano. La violenza della guerra e gli orrori che essa produce e incoraggia sono alla base di due sue opere apparse nel dopoguerra, Furyoki (Memorie di un prigioniero di guerra) che poté essere pubblicato solo nel 1948 per via della censura esercitata dalle forze di occupazione, e Nobi (1951; La guerra del soldato Tamura). Questo romanzo ottenne grande risonanza anche in Europa per l'impegno con cui affrontava i problemi della libertà, della fede, della prevaricazione degli esseri umani gli uni sugli altri. A distanza di anni, Ooka sarebbe ritornato su questi argomenti nel lungo Reite senki (1967; Cronaca della battaglia di Leyte) in cui tentava un riesame dell'esperienza della guerra. Tra le altre sue opere, si ricordano Musashi no fujin (1950; La signora di Musashi), Kaei (1963; Riflessi di fiori), Jiken (1977; L'incidente), oltre a numerosi libri di critica e saggistica.