Nguyên Du

poeta vietnamita (Tien Dien, provincia di Ha Tinh, 1775-1820). Proveniente da una famiglia di illustri letterati, passò i concorsi mandarinali a 19 anni e servì poi come mandarino militare. Alla caduta della dinastia dei , per opera dei ribelli Tay Son, si ritirò nel villaggio natale, dopo aver preso parte ad alcune cospirazioni fallite ed essere stato imprigionato. Battuti i Tay Son e ascesa al trono la dinastia Nguyên, accettò di tornare alla vita pubblica, pur restando intimamente fedele alla memoria dei Lê, la sola dinastia considerata legittima secondo l'ortodossia confuciana. Nel 1813 fu inviato in ambasceria in Cina; avrebbe dovuto tornarci nel 1820, ma la morte lo colse poco prima della partenza. Ha lasciato diverse opere in chu' nôm (la lingua demotica), tra cui: Sinh te Truong Luu nhi nu (Orazione funebre per le fanciulle Truong Luu); Thac loi trai phuong non (Linguaggio imprestato ai garzoni dei fabbricanti di cappelli a cono). Ne ha poi lasciate altre in cinese classico, tra cui: Thanh Hien thi tap (Raccolta di poesie di Thanh Hien); Bac hanh tap luc (Viaggio al Nord), poesie scritte durante la missione in Cina. Nguyên Du è però considerato il più grande poeta della letteratura vietnamita per il suo romanzo in versi Kim Vân Kiêu, scritto anch'esso in chu' nôm. Padrone di una lingua che fondeva alla perfezione tradizione letteraria ed espressione popolare, Nguyên Du, che visse in un'epoca di grandi lacerazioni sociali e politiche, colse nelle sue opere anche il dramma di una società (e di una cultura) che ormai faceva scoppiare l'abito stretto della tradizione.

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