Newton, Helmut
fotografo australiano di origine tedesca (Berlino 1920-Hollywood 2004). Dopo aver mosso i primi passi nello studio della fotografa di moda E. N. Yva, nel 1940 fuggì dalla Germania nazista riparando dapprima in Australia, poi a Singapore; trasferitosi a Parigi, dove visse per venticinque anni, collaborò con varie testate, tra cui Vogue (a partire dal 1956), Marie Claire, American Playboy, Stern e Life. Gli anni Settanta lo consacrarono stella di prima grandezza nel firmamento dei fotografi di moda. Celebrato per i suoi ritratti di personaggi famosi, Newton diede alle stampe moltissime raccolte, tra cui The best of Helmut Newton (1996), 72 ore a Roma (1998), Sumo (1999), Work (2000), e le sue opere sono state esposte in ogni parte del mondo. Personalità controversa e provocatoria, fu oggetto tanto di elogi incondizionati quanto di critiche feroci, soprattutto da quando, verso la fine degli anni Sessanta, cominciò a inserire nelle sue immagini allusioni all'omosessualità e al sadomasochismo; per alcuni è un geniale interprete del suo tempo, per altri un misogino che trasmette una visione degradante del corpo femminile, indulgendo al compiacimento voyeristico. Le modelle nude dal fisico scolpito, collocate in scenografie di lusso decadente da cui traspare il fascino volgare del jet-set, la morbosità di certe immagini e i particolari feticistici a volte hanno distolto l'attenzione dalla tecnica raffinata di Newton, che si manifesta nella capacità di padroneggiare la luce e l'inquadratura.