Nemirovič-Dančenko, Vladimir Ivanovič
direttore, regista, autore teatrale russo (Ozurgety 1858-Mosca 1943). Fratello di Vasilij, dopo un breve periodo dedicato a studi scientifici (si era iscritto alla facoltà di matematica e fisica dell'Università di Mosca non per scelta, ma per sfruttare una borsa di studio), si dedicò al giornalismo e alle lettere e, dal 1879, come critico e autore di drammi, al teatro. Più che per i suoi lavori (il più noto è Il valore della vita, 1896), interessanti per la critica della società borghese che li impronta e per il “cechovismo” dei personaggi, Nemirovič-Dančenko è passato alla storia come fondatore, con K. Stanislavskij, del Teatro d'Arte di Mosca accessibile a tutti (1898), di cui fu condirettore e poi direttore fino alla morte e del quale orientò il repertorio (Čechov, Gorkij, adattamenti teatrali di Dostoevskij, ecc.). Numerose furono le sue regie al Teatro d'Arte (un paio ne curò in Italia per la compagnia Pavlova), parte delle quali in collaborazione. Per Nemirovič-Dančenko, uomo di formazione ottocentesca, l'attore era più importante del regista, da lui considerato un mediatore tra l'autore e gli interpreti. Nel 1919 egli aveva fondato, nell'ambito del Teatro d'Arte, uno Studio Musicale, che dal 1926 prese il suo nome. Le regie d'opera e d'operetta di Nemirovič-Dančenko furono più “spregiudicate” di quelle di prosa, con tocchi, spesso, “avanguardistici”.