Nabokov, Vladimir
romanziere russo naturalizzato statunitense (Pietroburgo 1899-Montreux, Svizzera, 1977). Nato da una cospicua famiglia e trasferitosi con questa in Occidente dopo la Rivoluzione, Nabokov visse a lungo in Inghilterra, dove, a Cambridge, si laureò in lingue slave e romanze, quindi fu in Francia e in Germania. Nel 1940 passò negli USA e nel 1945 assunse la cittadinanza statunitense; negli ultimi anni visse in Svizzera. Studioso di entomologia, Nabokov svolse oltre all'attività di scrittore anche quella di docente universitario. Esordì al principio degli anni Venti come poeta, con liriche di impronta simbolista; passò successivamente alla narrativa con una serie di romanzi in cui l'influenza di scrittori come Dostoevskij e Gogol è rivissuta nel nuovo clima culturale europeo del tempo: Mašenka (1926), Re, Regina, Fante (1928), La difesa di Lužin (1930), L'occhio (1930), Kamera Obskura (1932), Disperazione (1936), Invito a una decapitazione (1938). Nel 1941 cominciò a scrivere e a pubblicare direttamente in lingua inglese col romanzo The Real Life of Sebastian Knight (La vera vita di Sebastiano Knight) e da allora non abbandonò più quella lingua in cui tradusse anche la sua precedente produzione in russo. Con i romanzi Lolita (1955) e Ada (1969) raggiunse un enorme successo mondiale. Interessanti sono anche i romanzi Bend Sinister (1947; I bastardi), Pnin (1957) e Pale Fire (1962; Fuoco pallido), il libro di racconti Nabokov's Dozen (1958; La dozzina di Nabokov) e il volume autobiografico Speak Memory (1966; Parla memoria). Notevole la sua attività di studioso: si vedano tra l'altro il saggio Nikolaj Gogol (1944) e la traduzione inglese con commento di Eugenio Onegin di Puškin.