Màmmola

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comune in provincia di Reggio di Calabria (125 km), 240 m s.m., 80,56 km², 3389 ab. (mammolesi), patrono: san Nicodemo (prima domenica di settembre).

Centro posto sulle estreme propaggini sudorientali del versante ionico delle Serre; è compreso nel Parco Nazionale dell'Aspromonte. Anticamente noto come Malea o Melea, sorse probabilmente per opera di abitanti della costa rifugiatisi all'interno a causa delle scorrerie saracene. Fu casale di Grotteria fino al 1540, poi divenne capoluogo di una baronia autonoma, comprendente Agnana, e fu sottoposto alla signoria di varie famiglie, finché divenne comune nel 1816. Fu danneggiato dal terremoto del 1783 e dall'alluvione del 1951.§ L'abitato conserva un pittoresco aspetto medievale, con stradine ripide, sottopassaggi pedonali e case quasi sovrapposte. La chiesa madre, dedicata all'Annunziata, conserva una tela di un anonimo siciliano del Seicento (San Nicodemo) e le reliquie del santo.§ Olive, grano, ortaggi, frutta e uva da vino sono i principali prodotti dell'agricoltura, mentre il patrimonio zootecnico è costituito da bovini, suini e ovini. Sono attivi laboratori per la preparazione dello stoccafisso, specialità locale, cui è dedicata una rinomata sagra annuale, che si tiene in agosto. È vivo l'artigianato tradizionale delle coperte di lana e cotone, con disegni di origine greco-bizantina, confezionate con telai a mano.§ Nei dintorni si trovano il santuario di San Nicodemo al Bosco, costituito dal convento basiliano e dalla chiesa, restaurata (fine sec. XX) dal pittore mammolese Nik Spatari, e i resti del monastero medievale di Santa Barbara, intorno ai quali lo stesso Spatari ha allestito il Museo Laboratorio “Santa Barbara”, con murales e opere di artisti internazionali esposte in un giardino di oltre sette ettari.

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