Mussolini, Alessandra
donna politica italiana (Roma 1962). Nipote, per parte di padre, di Benito Mussolini, ha tentato la carriera artistica nei primi anni Ottanta, senza però raccogliere grandi successi. Nel 1992 venne eletta deputato nelle file del Movimento Sociale Italiano (MSI) e nel 1993 ottenne un discreto successo candidandosi per la carica di sindaco di Napoli, pur venendo sconfitta da Antonio Bassolino. Dopo la “svolta di Fiuggi” del 1995, ha aderito ad Alleanza Nazionale (AN), ma nel 2003 (quando il leader di AN Gianfranco Fini, in visita in Israele, definì il fascismo come “male assoluto”, scusandosi nel contempo per le leggi razziali promulgate dal regime nel 1938) ha abbandonato il partito per fondare il movimento di destra Alternativa sociale (AS), nelle cui file è stata eletta al parlamento europeo nel 2004. Nello stesso anno si è candidata alla presidenza della provincia di Latina, ottenendo il 4,1% dei voti e un seggio al Consiglio provinciale. Nel 2005 Mussolini si è proposta come candidata di Alternativa Sociale alla presidenza della regione Lazio, ma fu esclusa dalla competizione elettorale a causa del cosiddetto Laziogate, uno scandalo sulla presunta falsificazione di firme per la presentazione della lista. Alle elezioni politiche del 2006 Alternativa Sociale si è presentata in coalizione con la Casa delle Libertà, ottenendo lo 0,67% dei voti alla Camera e lo 0,63% al Senato, insufficienti per permettere a Mussolini di entrare in Parlamento. Alle elezioni legislative del 2008 è stata eletta deputato nelle liste del Popolo della Libertà. Nello stesso anno, in seguito allo scioglimento del Popolo della Libertà, Mussolini ha aderito a Forza Italia, con cui nel 2014 è stata eletta al Parlamento Europeo. Nel 2018 è uscita da Forza Italia, disapprovando la scelta di Berlusconi di non votare la fiducia al governo Conte. Nel 2019 si è ricongiunta a Forza Italia, partecipando all’interno di quella lista alle elezioni europee, senza venire eletta.