Moreno Villa, José

poeta, narratore e pittore spagnolo (Málaga 1887-Messico 1955). Laureatosi in chimica in Germania (1908), abbandonò la sua professione per dedicarsi alla letteratura. Dopo la guerra civile emigrò in Messico. Buon narratore, come testimoniano i racconti di Patrañas (1921; Fandonie), i bozzetti di Pruebas en Nueva York (1928; Prove a New York) e il libro autobiografico Vida en claro (1944; Vita in chiaro), Moreno Villa si rivelò soprattutto poeta spontaneo e sensibile con le raccolte di poesie Garba (1913; Covone) ed El pasajero (1914; Il passeggero) influenzate dal modernismo, ma in cui già si annuncia un'evoluzione verso nuovi temi e tecniche. Dopo qualche altro tentativo come Colección (1924; Collezione), aderì infatti al surrealismo e pubblicò i libri di poesie Jacinta la pelirroja (1923; Giacinta la pellerossa), Carambas (1931), Puentes que no acaban (1936; Ponti senza fine) e Salón sin muros (1936; Stanza senza pareti) che sono la parte migliore di tutta la sua produzione. Più intimista e vicina allo stile delle prime poesie è La música que llevaba (1949; La musica che portavo). Al teatro diede La comedia de un tímido (1924; La commedia di un timido).

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