Monterroso, Augusto
scrittore guatemalteco (Tegucigalpa 1921-Città del Messico 2003). Dopo un'infanzia trascorsa in Honduras, si trasferì in Guatemala, ma per la sua opposizione alla dittatura militare fu costretto nel 1944 ad andare in esilio. Negli anni Cinquanta visse in Bolivia e in Cile, stabilendosi poi in via definitiva in Messico. Tra i più grandi autori della storia della letteratura guatemalteca, Monterroso ha mostrato fin dagli esordi una certa predilezione per i racconti brevi di genere fantastico, caratterizzati anche da un umorismo spinto fino al paradosso. L'obiettivo principale delle sue dissacrazioni è la categoria degli intellettuali, i loro dogmi e le loro convenzioni. Dopo Obras completas y otros cuentos (1959; Opere complete e altri racconti), suo esordio in narrativa, Monterroso pubblicò La oveja negra y demás fábulas (1969; La pecora nera e altre favole), Movimiento perpetuo (1972; Movimento perpetuo), La demás es silenzio (1978; Il resto è silenzio), esilarante profilo di uno scrittore di provincia, simbolo della presunzione dell'intellettuale, con le sue banalità clamorose e le citazioni errate, La palabra mágica (1983; La parola magica), l'autobiografico Los buscadores de oro (1993; I cercatori d'oro) e nel 1998 La vaca (La vacca).