Montecassino
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Rilievo calcareo (516 m) dell'Appennino Centrale, a SE del monte Cairo e alla destra del fiume Rapido. È noto principalmente per la celebre abbazia benedettina, che sorge presso la sommità e che è raggiungibile da Cassino (provincia di Frosinone) mediante una strada asfaltata.
L'abbazia di Montecassino
Sorta sul luogo in cui già erano esistiti due templi dedicati a Giove e ad Apollo e un presidio romano, l'abbazia di Montecassino deve la sua fondazione a san Benedetto. Fu questi, intorno al 529, a erigere un convento e due oratori, di cui uno sulla cima del monte dove poi sarebbe sorta la basilica. Montecassino diventò in poco tempo un centro religioso di grande richiamo, tra i più importanti del primo monachesimooccidentale. La fondazione dell'abbazia favorì nel corso del sec. VI lo sviluppo urbanistico della zona secondo quella particolare configurazione che caratterizzò in Italia gli insediamenti stabili sorti sotto l'impulso dei centri monastici. Distrutto dall'invasione longobarda nel 581, il monastero risorse intorno al 720. Già nel sec. VIII l'abbazia si affermò come importante centro di cultura e Paolo Diacono vi fondò uno scriptorium che divenne uno dei principali centri di diffusione della scrittura cosiddetta “beneventana” o “cassinese”. Notevoli furono anche le opere di diboscamento e di coltura delle terre vergini, che trasformarono la regione dandole floridezza e benessere. Dopo un periodo di abbandono per le distruzioni inferte dai Saraceni, il monastero rifiorì per opera dell'abate Aligerno e del papa Vittore III, raggiungendo il massimo splendore sotto l'abate Desiderio, che nella seconda metà del sec. XI fece ricostruire il complesso monastico dotandolo di una grande basilica (consacrata nel 1071). Alla grandiosa opera di ricostruzione furono chiamati architetti lombardi e amalfitani e pittori provenienti da Bisanzio, all'origine della scuola “cassinese” di pittura sviluppatasi nel corso del sec. XI e documentata tra l'altro dagli affreschi che decorano la chiesa di Sant'Angelo in Formis (fondata dallo stesso Desiderio nel primo ventennio della seconda metà del sec. XI); le influenze bizantine furono fondamentali anche per lo stile delle miniature, alla formazione del quale concorsero poi altri apporti culturali. L'abbazia occupò una posizione primaria nell'ordine e nella Chiesa fino al 1349, allorché fu gravemente danneggiata da un terremoto che aprì un lungo periodo di decadenza. Ricostruita tra i sec. XVI e XVIII, accolse nel suo ultimo aspetto caratteri tardorinascimentali, configurandosi tuttavia come monumento architettonico dell'età barocca. Totalmente distrutta il 15 febbraio 1944 dai bombardamenti degli anglo-americani (erroneamente convinti che il monastero fosse stato trasformato in un caposaldo tedesco), l'abbazia riebbe, grazie a una complessa opera di riedificazione, l'aspetto originario, con la pianta rettangolare aperta sul disegno dei tre chiostri (dei sec. XVI e XVIII) e la grandiosa basilica a tre navate (secondo il progetto originale secentesco di C. Fanzago). Nel 1950 sono state ritrovate le reliquie di san Benedetto e di santa Scolastica, ora sistemate nell'altare maggiore. Pressoché integra si è conservata la cripta, decorata nel 1913 dagli artisti della scuola tedesca di Beuron. L'abbazia conserva tuttora la sua famosa biblioteca, pur gravemente compromessa dalle distruzioni belliche: del ricchissimo patrimonio, frutto di un immenso lavoro culturale, oggi si conservano ancora oltre 1000 codici, 40.000 pergamene e tutto il fondo delle opere a stampa con 250 incunaboli. La biblioteca è stata dichiarata monumento nazionale e rientra nel novero delle biblioteche pubbliche statali.
G. Giovannoni, L'Abbazia di Montecassino, Firenze, 1947; G. Carettoni, Le fortificazioni medioevali di Cassino, in “Palladio”, 1952; L. Speciale, Montecassino e la riforma gregoriana, Roma, 1991.