Menelik
imperatore d'Etiopia (Ankober 1844-Addis Abeba 1913). Figlio del re dello Scioa Hayla Malakot, trascorse la giovinezza presso il negus Teodoro II, che, trattenendolo in ostaggio, intendeva assicurarsi la fedeltà dei capi scioani. Nel 1865 riuscì però a fuggire dalla corte imperiale e ad affermare il proprio potere sullo Scioa. Dopo la morte di Teodoro, avvenuta tre anni più tardi, poté consolidare la propria posizione e giunse a contestare la legittimità del nuovo imperatore Giovanni IV, nei confronti del quale rivendicò la propria indipendenza. Costretto a sottomettersi nel 1878, preparò la rivincita attraverso una politica di espansione territoriale a danno dei Paesi galla meridionali e dell'Harar. Nel 1889, alla morte del negus, ebbe l'abilità di assicurarsi il trono imperiale con l'appoggio dell'Italia, alla quale si legò con il Trattato di Uccialli, che parve sanzionare il protettorato italiano sull'Etiopia. Ma, iniziatasi la lunga serie di contestazioni sull'articolo 17 di tale trattato, egli si eresse a intransigente campione dell'indipendenza etiopica contro gli Italiani, da lui sconfitti nella battaglia di Adua (1896). Conclusa la pace con l'Italia (Trattato di Addis Abeba, 26 ottobre 1896, che riconosceva la colonia Eritrea con la linea di confine sul Mareb, Belesa e Muna), Menelik si dedicò a estendere e a rafforzare l'impero, i cui confini vennero riconosciuti dalle maggiori potenze europee. Morì dopo aver designato quale successore il nipote Iyāsu.
Menelik in una foto d'epoca (Roma, Museo del Risorgimento).
De Agostini Picture Library/V. Pirozzi