(Republic of Mauritius). Stato dell'Africa sudorientale (2040 km²). Capitale: Port Louis. Divisione amministrativa: distretti geografici (12). Popolazione: 1.258.990 ab. (stima 2013). Lingua: inglese (ufficiale), creolo-francese, hindi. Religione: induisti 48,5%, cattolici 26,3%, musulmani 17,3%, altri cristiani 6,4%, buddhisti 0,2%, altri 1,3%. Unità monetaria: rupia di Mauritius (100 centesimi). Indice di sviluppo umano: 0,771 (63° posto). Confini: Oceano Indiano. Membro di: Commonwealth, ONU, SADC, UA e WTO, associato UE.

Generalità

Stato insulare situato ca. 800 km a E del Madagascar, nell'arcipelago delle Mascarene, e politicamente incluso nel continente africano; comprende, oltre all'omonima isola principale, le dipendenze delle isole Rodrigues e Agalega e il gruppo dei Cargados Carajos o Saint Brandon. Mauritius rappresenta forse l'esempio più vistoso di un Paese interamente plasmato dal colonialismo. Disabitato al momento della scoperta da parte degli europei, aveva un ambiente naturale ricchissimo e per vari aspetti originale; i colonizzatori (olandesi, francesi, inglesi) non solo ne fecero una terra molto popolata immettendovi forzatamente europei, africani e soprattutto asiatici (indiani e cinesi), ma, con la coltura della canna da zucchero, alterarono in modo significativo il paesaggio, in origine essenzialmente tropicale. Il nome venne dato all'isola nel 1598 dal vice ammiraglio olandese Wybrandt van Warwyck, in onore del governatore, principe di Orange e conte di Nassau, che si chiamava appunto Maurice. A lungo colonia britannica, è divenuto Stato indipendente dal 12 marzo 1968. A partire dagli anni Ottanta del Novecento l'isola è entrata a far parte del circuito turistico internazionale per la bellezza del suo mare, tanto che il turismo è ormai diventato la voce più importante della sua economia.

Lo Stato

A lungo colonia britannica, è divenuto Stato indipendente dal 12 marzo 1968. Mauritius è una Repubblica democratica parlamentare. In base alla Costituzione del 1967, il governo è responsabile nei confronti dell'Assemblea nazionale, che elegge il presidente della Repubblica; questi ha ruolo puramente rappresentativo. Il sistema giudiziario si basa sul modello britannico. Il Paese è sprovvisto di forze armate in pianta stabile, ma possiede un corpo stabile di polizia, che opera per il mantenimento dell'ordine pubblico, e una guardia costiera. Il sistema scolastico delle Mauritius è uno dei più efficienti di tutto il continente. L'istruzione è obbligatoria dai 5 ai 12 anni di età e gratuita a tutti i livelli. La scuola elementare dura 6 anni, quella secondaria, di cultura generale, dura 7 anni con un ciclo inferiore di 5 e uno superiore di 2. La percentuale di analfabeti è del 12,6% (2007). L'istruzione superiore è impartita nell'Università delle Maurizio e nell'Università della Tecnologia, entrambe nei pressi della capitale.

Territorio: geografia fisica

L'isola è formata da una serie di rilievi vulcanici, parte emersa della dorsale sottomarina delle Mascarene, su cui poggia anche la vicina isola della Riunione. Gli apparati eruttivi sono oggi quiescenti e in larga parte smantellati dall'erosione, per cui l'isola ha assunto forme piuttosto distese, con una sorta di ondulato altopiano al centro, orlato a S e a N da alcuni picchi (pitons) che superano di poco gli 800 m (Piton de la Petite Rivière Noire, 828 m). Le coste sono per lunghi tratti alte, a falesie, e orlate da scogliere coralline; non mancano alcune baie, come quella che, a NW dell'isola, ospita Port Louis. Corsi d'acqua di modesto sviluppo (Grand River South East, Black River) scorrono a raggiera, incidendo l'altopiano. Il clima è tropicale umido. Le precipitazioni, che si verificano soprattutto tra ottobre e aprile, sono apportate dall'aliseo di SE, interessando perciò con particolare intensità il versante orientale, dove cadono annualmente, nelle zone più elevate dell'isola, sino a 4000 mm di pioggia, che scendono a 2000 mm sulla costa. Sull'opposto versante le precipitazioni si riducono sino a 1000 mm annui. Le temperature sono tendenzialmente costanti durante l'anno, specie sulle coste, dove raggiungono valori medi di 26-27 ºC; un po' mitigate sono all'interno, sull'altopiano.

Territorio: geografia umana

I primi a insediarsi sull'isola furono gli olandesi che fecero di Mauritius una delle loro basi più importanti sulla via delle Indie. Ancor oggi molti toponimi ricordano la presenza olandese cui, attraverso la Compagnia delle Indie, è legato anche il primo sfruttamento economico dell'isola con il taglio del legno d'ebano e con l'introduzione delle piantagioni di canna da zucchero. Con la conquista francese queste ultime, nel sec. XVIII, ricevettero un ulteriore impulso, favorito anche dalla copiosa introduzione di schiavi dall'Africa. Quando lo schiavismo fu abolito i piantatori creoli, discendenti cioè dai coloni europei, divenuti nel frattempo sudditi inglesi, ricorsero alla manodopera indiana. Iniziò così quel reclutamento di uomini, provenienti per lo più dal Malabar, che nel giro di un secolo introdusse a Mauritius poco meno di mezzo milione di indiani. Con gli indiani vennero anche i cinesi e ben presto l'isola accusò i primi mali del sovrappopolamento; nonostante le emigrazioni (i mauriziani vanno ovunque, nel Madagascar, in Sudafrica, in Australia, in Europa ecc.), la popolazione, che nel 1961 era di 680.000 ab., è quasi raddoppiata ed è formata per la maggior parte da indiani (67%), con una minoranza di cinesi (3%), mentre il resto è dato da creoli (27,4%) e altri (2,6%). La densità è molto alta: 617,1 ab./km² ed è il risultato di una distribuzione disomogenea in cui coesistono le realtà opposte del distretto della capitale e di quello di Black River. La popolazione vive insediata nelle numerose città o nei villaggi costruiti lungo le strade dell'isola. Città principale è la capitale Port Louis, attivo scalo marittimo e sede delle maggiori industrie. Tutti sull'altopiano interno sono invece gli altri principali centri, come Beau Bassin-Rose Hill, Curepipe, Vacoas-Phoenix e Quatre Bornes.

Territorio: ambiente

Lo sfruttamento forestale, l'espansione della coltivazione della canna da zucchero e l'uso di pesticidi hanno devastato le antiche e lussureggianti foreste subtropicali, ridotte a pochi lembi sui rilievi della zona meridionale; altrove si ha una foresta secondaria rappresentata soprattutto da diverse palme, tra cui l'albero del viaggiatore. Alla rottura degli equilibri di un tempo ha contribuito l'introduzione di nuove specie animali e vegetali. La fauna selvatica rispecchia l'ambiente vegetale, scarsa quasi ovunque tranne che nell'unico parco nazionale del Paese, il Black River Gorges. Macachi e maiali selvatici sono le specie più comuni; le isole sono popolate anche da numerose specie di uccelli, come la gracula religiosa, il bulbul e il fody rosso del Madagascar, benché quelle autoctone siano quasi del tutte estinte, come il dodo, uccello senza ali, il cui ultimo esemplare fu esposto a Londra alla fine del sec. XVIII. Purtroppo ancora oggi la minaccia dell'estinzione incombe su molte specie, come il gheppio, il parrocchetto delle Mauritius (un pappagallo di medie dimensioni) e il colombo rosa. Anche il mare è molto ricco di fauna: qui vivono infatti coralli, murene, squali, tartarughe, delfini, balene e innumerevoli specie di pesci. Il deterioramento delle barriere coralline e la conservazione della sua fauna selvatica aggrava i problemi ambientali dell'arcipelago. Esiste comunque un parco nazionale marino, il Baie de lʼArsenal, che rientra nello 0,73 % delle aree protette del Paese.

Economia

L'economia di Mauritius è stata caratterizzata per oltre due secoli dalla monocultura della canna da zucchero. Negli anni Settanta del Novecento, per ridurre i pericoli derivanti dalla pressoché totale dipendenza da una sola fonte di reddito, il governo iniziò una politica economica mirante a diversificare l'agricoltura (con il potenziamento sia di altre produzioni destinate all'esportazione, come quella del tè, sia di colture alimentari necessarie al mercato interno, specie delle cerealicole), nonché a incrementare l'industria. Nel decennio successivo il Paese si impegnò, grazie anche agli aiuti del FMI, a ridurre la spesa pubblica, a contenere l'inflazione e a promuovere del turismo: il PIL ha cominciato a crescere e nel 2008 si attestava sui 8.738 ml $ USA e il PIL pro capite era, nel 2008, fra i più altri del continente (6.872 $ USA). Oggi il turismo è una delle principali risorse economiche di Mauritius e, grazie alla facilità con cui è possibile fare impresa, il Paese annovera un ingente flusso di investimenti esteri sopratutto per quanto riguarda le manifatture e le infrastrutture ricettive e turistiche. § Per il consumo locale si coltivano cereali (mais, riso), la manioca, patate, pomodori e ortaggi vari, banane; tra le principali colture industriali si annoverano (oltre naturalmente a quella della canna da zucchero) tè, caffè, tabacco, palma da cocco e vaniglia. § Un discreto ruolo ha l'allevamento (bovini, caprini, volatili da cortile), mentre piuttosto limitata è la pesca. § L'industria è stata fortemente favorita dalla creazione di una zona franca (porto di Port Louis), comportante esenzioni doganali e fiscali, e da tutta una serie di altre agevolazioni, volte ad attirare gli investimenti esteri. Vi sono zuccherifici (Grand-Port e Flacq), una raffineria e una fabbrica di fertilizzanti a Port Louis; il settore è incentrato su una forte specializzazione sopratutto nel comparto tessile e dell'abbigliamento (fortemente sviluppati). Il settore secondario fornisce così ca. un terzo del prodotto interno lordo, occupando ca. il 32% della forza lavoro. § Sono del tutto assenti le risorse minerarie. L'energia elettrica è per lo più di origine termica e prodotta con combustibili d'importazione. § Quanto alle vie di comunicazione, buono è il sistema stradale (2015 km nel 2004), che collega alla costa i principali centri dell'altopiano. Mancano invece le ferrovie. Presso la capitale, a Plaisance, funziona anche un aeroporto internazionale. § Abbastanza vivace è il commercio internazionale; Mauritius importa elevati quantitativi di prodotti petroliferi, macchinari e prodotti industriali vari, cereali e altri generi alimentari, mentre esporta, oltre allo zucchero, tessuti e capi di vestiario, componenti elettronici e tè. Partner commerciali sono Hong Kong, Francia, Regno Unito, Germania e Stati Uniti. La bilancia commerciale è in passivo, ma cospicui apporti valutari provengono dal turismo. § Quest'ultimo a partire dagli anni Ottanta va acquistando sempre più forza nell'economia del Paese: nel 2006 Mauritius è stato visitato da oltre 780.000 turisti. In questo settore investono anche operatori stranieri, sopratutto sudafricani, francesi, inglesi e tedeschi.

Storia

Si crede che i geografi e i navigatori arabi ne conoscessero l'esistenza già in epoca medievale. I portoghesi giunsero per primi a Mauritius con Domingos Fernández nel 1512 e dettero all'isola il nome di Cerné. Nel 1598 gli olandesi ne presero possesso ribattezzandola Mauritius, in onore del principe Maurizio di Nassau, e restandovi fino al 1710. Nel 1715 l'isola fu occupata dai francesi che la chiamarono Île de France e l'amministrarono a mezzo della Compagnia delle Indie fino al 1767, quando passò sotto l'amministrazione diretta della Francia a cui rimase fino al 1810 quando la Gran Bretagna, per prevenire un eventuale attacco all'India, la conquistò con un corpo di spedizione. Col Trattato di Parigi del 1814, Mauritius fu definitivamente attribuita alla Gran Bretagna. Nel 1825 fu costituito il primo Consiglio Legislativo e nel 1833 fu decretata l'abolizione della schiavitù. Nel 1936 il movimento sindacale cominciò a organizzarsi nel Partito Laburista Mauriziano (PLM) il cui leader divenne il medico Seewoosagur Ramgoolam. Nel 1957 si delineò una nuova struttura di governo: venne creata la Costituzione, il Consiglio Legislativo ebbe una maggioranza elettiva e nel 1958 fu introdotto il suffragio universale. Nelle prime elezioni che si svolsero a suffragio universale il PLM ottenne la maggioranza dei voti e Ramgoolan fu eletto primo ministro. L'antagonismo tra i gruppi etnici indiano e creolo turbava però il quadro politico. Il 12 marzo 1964 Mauritius ottenne l'autonomia interna e, dopo la Conferenza costituzionale di Londra del 1965 e le elezioni generali del 1967, accedette all'indipendenza il 12 marzo 1968 entrando a far parte del Commonwealth. Al momento dell'indipendenza esisteva un forte sistema bipartitico: da una parte il PLM, dall'altra il Partito Social Democratico di Maurizio (PSDM); con le elezioni la maggioranza andò al partito laburista e Ramgoolam venne eletto primo ministro. Un cambio di governo si ebbe nel 1982 quando i laburisti, già usciti indeboliti dalle votazioni del 1976, persero la direzione del governo e si registrò il successo della coalizione di sinistra e guidata dal Movimento Militante Mauriziano (MMM), nato negli anni Settanta, di Paul Bérenger. Già l'anno successivo però (1983) Bérenger, in seguito a una crisi di governo, fu costretto a dimettersi: in questo periodo nacquero nuovi gruppi politici tra cui il Movimento Socialista di Maurizio (MSM): il potere passò ad Aneerood Jugnauth (Movimento Militante Mauriziano, MMM). Dopo un periodo di tensioni interne venne approvato un emendamento costituzionale con cui Mauritius divenne Repubblica nell'ambito del Commonwealth (marzo 1992); la presidenza temporaneamente assunta dall'ultimo governatore generale, V. Ringadoo, passò quindi il 30 giugno 1992 a Cassam Uteem, del MMM. Per la comune volontà di realizzare un nuovo assetto istituzionale di Mauritius, i due maggiori partiti (MSM e MMM) decisero di dar vita a una coalizione di governo, che sebbene contestata anche da una parte del MSM, riuscì comunque a superare lo scoglio delle elezioni politiche del 1991. Ciò consentì ai due leader, Jugnauth e Bérenger, rispettivamente primo ministro e ministro degli Esteri, di procedere speditamente sulla via delle modifiche costituzionali approvate nel dicembre 1991. Tuttavia il rapporto tra i due partiti era destinato ben presto a deteriorarsi e nell'agosto del 1993 Jugnauth uscì temporaneamente di scena: ciò rappresentò un generale indebolimento dell'esecutivo, e provocò un crollo del partito di Jugnauth che perse pesantemente le elezioni del 1995. Conquistata la quasi totalità dei seggi, il MMM e il Partito laburista formarono una nuova coalizione di governo presieduta dal laburista Navin Ramgoolam. I socialisti e Jugnauth tornarono però già al governo con le elezioni del 2000 che videro la vittoria del MSM. Nel 2003 Jugnauth cedette la leadership del partito MSM a suo figlio Prauind e venne eletto presidente. Nel 2005 Rangoolam, dopo un breve periodo in cui il governo fu guidato da Bérenger e dalla sua coalizione, ottenne la carica di primo ministro. Nel 2008 l'Assemblea nazionale riconfermava la carica presidenziale a Jugnauth, mentre nel 2010 la coalizione guidata dal premier Rangoolam vinceva le elezioni legislative.

Cultura: generalità

Le varie etnie tendono a rimanere separate tra di loro. I figli frutto di matrimoni assumeranno poi una sola identità etnica, che sarà quella a cui faranno riferimento per il proprio matrimonio. L'identità etnica, infatti, è considerata più importante della classe sociale ed è il fattore determinante per la scelta del coniuge; altri fattori sono il gruppo e l'influenza dei genitori. Il matrimonio al di fuori del proprio gruppo etnico può essere disapprovato dalla famiglia e talvolta può essere punito. Questo ha un peso non indifferente, visto che di solito le famiglie vivono insieme a causa degli alti costi degli appezzamenti di terra. Due i siti culturali UNESCO: Aapravasi Ghat (2006), nel distretto di Port Louis, è il luogo in cui nel 1834 il governo britannico fece il primo esperimento di lavoro "libero" per sostituire gli schiavi. Tra il 1834 e il 1920 quasi mezzo milione di braccianti arrivarono dall'India per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero di Mauritius, oppure per essere trasferiti nell'isola di Reunion, Australia, Africa meridionale od orientale o ai Caraibi. Gli edifici di Aapravasi Ghat sono fra gli esempi più antichi ed espliciti del sistema di economia globale e di una delle più grandi migrazioni della storia. L'altro sito UNESCO è l'area di Le Morne (2008). Si tratta di un'aspra montagna che si protende sull'Oceano Indiano, nella parte sudoccidentale dell'isola, che venne utilizzata dagli schiavi fuggiaschi come rifugio nel sec. XVIII e nei primi anni del sec. XIX. Protetti dalle scogliere quasi inaccessibili, gli schiavi (originari del continente africano, del Madagascar, ma anche dell'India e dell'Asia sudorientale) formarono piccoli insediamenti nelle grotte e in cima alla montagna. La tradizione orale descrive Le Morne come il simbolo della lotta degli schiavi per la libertà; così Mauritius, importante stazione di commercio degli schiavi, fu conosciuta anche come la "Repubblica degli Schiavi fuggiaschi" per il grande numero di rifugiati nella montagna di Le Morne. § La musica più ascoltata proviene dall'Occidente e dall'India; l'unica musica locale è il séga, suonata su percussioni e con ritmi africani: è una danza creola, molto sensuale, che si balla in coppia. Anche la cucina è varia e rispecchia la straordinaria mescolanza di etnie: vi si trova il roast beef all'inglese, verdure mediterranee cucinate alla maniera francese, il curry indiano come condimento, ricette cinesi, il tutto accompagnato da riso bollito.

Cultura: letteratura

Crogiolo di razze e culture, Mauritius ha espresso alcune caratteristiche proprie attraverso il folclore creolo del séga (danza ereditata dall'Africa) e il dialetto creolo degli schiavi importati dall'Africa e dal Madagascar, che ha trasmesso l'eredità di un passato atavico attraverso racconti, leggende e proverbi. La letteratura scritta, apparsa nel sec. XIX, fu dapprima un riflesso della francese; ma già il narratore Ch. Baissac (1831-1891) si discostò da una letteratura di imitazione per ispirarsi al folclore locale, seguito dal poeta Léoville L'Homme (1857-1928), cantore della terra mauriziana, che col dramma L'ultimo tributo (1883) ha dato l'avvio al teatro nazionale. Ma nessuno meglio del poeta Robert Edward Hart (1891-1954) ha saputo fondere gli apporti che gli venivano dalla doppia eredità anglosassone e francese, come pure asiatica e africana, in un'opera che è un'ascesi spirituale verso la conoscenza lirica del mondo. Dopo la seconda guerra mondiale, l'élite intellettuale si è riunita intorno all'autorevole critico Camille de Rauville (1910), fondatore, nel 1964, dell'Accademia Mauriziana, che ha cercato un denominatore comune nella teoria dell'indoceanismo. Infatti, la cultura mauriziana è estremamente cosmopolita; oltre al francese, anche l'inglese e le lingue orientali (hindī, hakka e cantonese) sono lingue letterarie, e le influenze cinesi e indiane si fanno sentire anche sugli scrittori di origine europea. Non manca il movimento della Négritude, rappresentato da Jean Erenne (1911-1986) e Édouard Maunick (n. 1931), uno dei maggiori poeti moderni, dai versi limpidi e sonori. Ma, quale che sia la loro origine, razza o lingua, gli scrittori ormai si sentono prima di tutto mauriziani e della loro terra trattano la storia, i costumi, i problemi (come i narratori Marcelle Lagesse; André Masson (1921-1987); Jean Fanchette) o descrivono le bellezze (come i poeti André Legallant, Magda Mamet, Pierre-Georges Télescourt, Kenneth Nathaniel). La presa di coscienza nazionale ha creato anche una letteratura politicamente impegnata, i cui esponenti sono, fra gli altri: Anand Mulloo (n. 1936) e Clifford Ng. Kwet Chan (n. 1932). Anche la letteratura in inglese, seppure meno ricca, è ben rappresentata con saggi, romanzi, poesie e opere teatrali. Il romanzo più famoso resta Namaste (1965) di Marcel Cabon. Questo libro ha spianato la strada a tutta una produzione di ambientazione contadina. Basilari sono stati gli apporti di Marcelle Lagesse e dei fratelli Loys e André Masson. Si sono poi affermati sulla scena letteraria, oltre al citato André Legallant (Les tropiques du mal, 1982), Renée Asgaraly (Tant que soufflera le vent, 1984), Guy Silvio Bigaignon (La paille en queue, 1984) e Françoise Antelme (L’île aux somnambules, 1985). I due autori che sembrano però più vicini a un vero rinnovamento del genere sono Gilbert Ahnee (Exils, 1989) e Ananda Devi (Rue de la poudrière, 1989; La fin des pierres et des âges, 1992). La poesia, più che il romanzo, ha saputo elaborare forme originali e caratteristiche. Uno studio approfondito e basilare è stato fatto da A. Dev Chiniah: vi sono trattati, tra gli autori più importanti, Jean-Claude d'Avoine (1935-1986), Jean Fanchette (1932-1992), Raymond Chasle, Jean-Gérard Théodore (n. 1943), Emmanuel Juste (n. 1928), Edouard Maunick (n. 1931) e J. G. Prosper (n. 1933).

Bibliografia

A. Toussaint, Histoire des îles Mascareignes, Parigi, 1972; A. R. Mannick, Mauritius: the Development of a Plural Society, Nottingham, 1979; U. Leffler, Mauritius: Abhängigkeit und Entwicklung einer Inselökonomie, Amburgo, 1988.

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora