Mauriac, Claude

critico e romanziere francese (Parigi 1914-1996). Figlio di François, è stato critico cinematografico al Figaro littéraire (dal 1947), direttore della rivista Liberté de l'esprit (1949-53) e segretario particolare di de Gaulle (dall'agosto 1944 al 1949). Dal 1986 collabora a Le Matin. Lucido e penetrante saggista (Introduction à une métaphisique de l'enfer, 1938; Jean Cocteau, 1945; Malraux ou le Mal du héros, 1946; André Breton, 1949; Conversation avec André Gide, 1951; L'amour du cinéma, 1954; Petite littérature du cinéma, 1977) esordì nel romanzo con Toutes les femmes sont fatales (1957). Attraverso lo studio di autori come Artaud, Leiris, Bataille (L'alittérature contemporaine, 1958), si è avvicinato alle esperienze del Nouveau Roman. Nella nuova direzione s'inscrivono i romanzi Le dîner en ville (1959), La marquise sortit à cinq heures (1961), L'agrandissement (1963), L'oubli (1966), i lavori teatrali (Théâtre, 1968) e un lungo frammento di diario, Le temps immobile (1974), a cui si sono aggiunti altri volumi: Les espaces imaginaires (1975), Et comme l'espérance est violente (1976), La terrasse de Malagar (1977), L'oncle Marcel (1988), Trans-amour-Étoiles (1989). Dopo la serie di Le temps immobile è la volta de Le temps accompli, che comprende quattro volumi nei quali esprime le sue ultime riflessioni sul mondo, e di un ultimo volume di ricordi, Travaillez quand vous avez encore la lumière (1996). Esemplari sono i saggi critici su autori e problemi della letteratura francese contemporanea: Jean Cocteau ou la verité (1963), De la littérature à l'alittérature (1969), André Breton (1970) e il monumentale François Mauriac, sa vie, son œuvre (1985).

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