Mastigòfori
sm. pl. [sec. XIX; dal greco mastigophóros, propr. portatore di frusta]. Classe (Mastigophora) di Protozoi caratterizzati dal possesso di uno o più filamenti usati per la locomozione, i flagelli, per cui vengono anche detti Flagellati. Nella maggioranza dei Mastigofori il numero dei flagelli va da 1 a 4, tuttavia nei Polimastigidi può essere di 8 e più, mentre negli Ipermastigidi può salire a molte decine. Nelle forme meno complesse il corpo è nudo ed è in grado di emettere pseudopodi; in altre è ricoperto da una sottile pellicola plastica derivata dal citoplasma; in altre ancora è protetto da un robusto guscio costituito, secondo i casi, da chitina, pseudochitina, cellulosa. La maggioranza dei Mastigofori possiede un unico nucleo; accanto a esso, nelle forme d'acqua dolce, compaiono sempre dei vacuoli contrattili. Nelle forme munite di cromatofori si rinviene solitamente, presso la base del flagello, uno stigma, che sembra costituire il centro dell'attività fototattica dell'individuo. I Mastigofori rappresentano la classe di Protozoi più primitiva e al tempo stesso più ricca di soluzioni biologiche diversificate. Per questa diversità si pensa che forme più complesse di Protozoi e Metazoi si siano evolute da antichi Mastigofori. Bisogna inoltre considerare che i Mastigofori comprendono forme sia autotrofe che eterotrofe, con una varietà di forme di passaggio intermedie verso le alghe, il che ha provocato non poca confusione tra botanici e zoologi nel classificare questi organismi. La riproduzione asessuata dei Mastigofori si realizza di regola per scissione longitudinale, pur non mancando casi di scissione multipla e di gemmazione; assai frequente la formazione di colonie, per separazione incompleta degli individui “figli”. In numerose specie è stata verificata l'esistenza della riproduzione sessuata. I Mastigofori a vita libera si rinvengono nelle acque di ogni tipo e salinità, spesso striscianti o aderenti a un substrato; unitamente alle alghe sono tra i principali componenti della biocenosi planctonica. I Mastigofori parassiti possono vivere sulla superficie corporea dell'ospite (per esempio il genere Costia, parassita cutaneo dei pesci d'acqua dolce) oppure nel suo apparato digerente o nel suo sistema circolatorio (per esempio Trypanosoma, causa di gravissime malattie dell'uomo, degli animali domestici e selvatici). I Mastigofori possono essere suddivisi in due raggruppamenti attualmente ritenuti artificiali: i Fitomastigofori , che comprendono le forme autotrofe con gli ordini Crisomonadini, Criptomonadini, Fitomonadini, Euglenoidini, Dinoflagellati, e gli Zoomastigofori eterotrofi con gli ordini Protomonadini, Diplomonadini e Polimastigini.§ I Mastigofori non sono rari allo stato fossile. Le prime tracce sicure della loro esistenza risalgono al Silurico anche se non si esclude la loro presenza fin dal Cambriano. Dei Mastigofori si conservano allo stato fossile solo quelli che posseggono delle strutture resistenti, in particolare una teca più o meno mineralizzata. I Mastigofori furono a volte così abbondanti da assumere, per l'accumulo dei loro scheletri, una parte importante nella costruzione di ammassi sedimentari.