Mashhad
città (1.887.405 ab. nel 1996) dell'Iran, capoluogo della provincia di Khorāsan, a 974 m sul versante meridionale del Kopet Dağ, nella fertile valle del fiume Kashaf. Collegata da ferrovia a Teheran e da ottime strade al Turkmenistan e all'Afghanistan, è il più importante centro commerciale dell'Iran nordorientale e un attivo mercato agricolo (cotone, frutta) e zootecnico. Fiorenti vi sono anche l'artigianato dei tappeti e le attività industriali nei settori alimentare, tessile, conciario e del cemento. Mashhad è infine meta di numerosi pellegrinaggi quale città santa dei musulmani sciiti. Aeroporto. Università (1955). § La città, situata presso le rovine di Ṭūs, corrisponde all'antico villaggio di Sanabad dove sorgeva il santuario che racchiude le tombe del califfo abbaside Harūn ar-Rašīd e dell'imām sciita ʽAlī ar-Riḍā (ivi martirizzato nell'818) e che divenne meta di pellegrinaggio sciita e fu chiamato Mashhad (propr. luogo del martirio) dal sec. X. Quando nel 1389 Tamerlano distrusse Ṭūs, Mashhad ne raccolse i superstiti intorno al suo santuario e da questo momento conobbe un rapido sviluppo. L'epoca di maggior splendore fu quella del timuride Shāhruh che dotò la città di splendidi monumenti, cui si aggiunsero quelli eretti successivamente dai Safawidi (sotto cui la città prosperò), da Nadir Shāh e dai Qāǧār. Oltre al complesso dell'area sacra, rigorosamente vietata ai non fedeli, comprendente anche bazar, madrasa, caravanserragli, palazzi, minareti, si ricordano la splendida moschea timuride di Jauhar Shād, moglie di Shāhruh, con grande cupola rivestita di kashi, il Masǧid-i Shāh (1451) e la bella madrasa Mirza Jafar (1650).