Marchési, Concètto
critico e filologo italiano (Catania 1878-Roma 1957). Docente universitario, rettore dell'Università di Padova nel 1943, lanciò un appello agli studenti affinché si opponessero all'occupazione nazista della città (28 novembre 1944). Militante comunista dalla costituzione del partito, più volte deputato nel dopoguerra, è annoverato tra i maggiori storici della letteratura latina. Nei suoi innumerevoli saggi ha operato una sostanziale revisione critica che gli ha consentito di porre in luce l'antica letteratura cristiana e un gran numero di scrittori latini. Tra le sue opere: Valerio Marziale (1914), Seneca (1920), Giovenale (1921), Fedro e la favola latina (1923), Tacito (1924), Il “Bellum Catilinae” di Sallustio (1939), Livio, le verità storiche (1942), e in particolare la Storia della letteratura latina classica (1925-27; riedita 1942), insuperata sintesi della cultura romana. Marchesi mostra la vastità dei suoi interessi intellettuali negli scritti Voci di antichi (1946), Il libro di Tersite (1950), Divagazioni (1951), Il cane di terracotta (1954).