Mèlli, Robèrto
scultore e pittore italiano (Ferrara 1885-Roma 1958). Dopo l'infanzia a Ferrara, dove frequentò lo studio del pittore N. Laurenti e dello scultore A. Minerbi, si trasferì prima a Genova, dove lavorò presso un intagliatore del legno e si dedicò alla xilografia e alla scultura, quindi a Roma (1912), dove sarebbe rimasto fino alla morte. Come scultore, passò dal morbido plasticismo impressionista delle prime opere a una vitalità della forma connessa alla dinamica della scultura futurista (Mia moglie, 1913; Ritratto di Vincenzo Costantini, 1913, entrambe a Roma, Galleria d'Arte Moderna). Aderì attivamente alla Secessione romana fino al 1915 e nel 1918 fu tra i fondatori di Valori Plastici. In questi anni egli abbandonò la scultura per dedicarsi completamente alla pittura in una posizione fauve di accentuato espressionismo, reso tuttavia con rigorosa ricerca plastico-volumetrica. L'evoluzione successiva mostra l'artista impegnato in una sempre più accentuata espressività pur nella semplificazione formale, attraverso una pittura a vaste campiture di colore (L'abito a scacchi, 1930; Interno, 1935, Roma, Galleria d'Arte Moderna), le cui esperienze riuscirono di collegamento ai fondamenti di ricerca della Scuola Romana.