Loricìferi

sm. pl. [dal latino lorīca, corazza+-fero]. Classe (Loricifera) di Aschelminti descritto per la prima volta nel 1983 su materiale proveniente da fondi marini costieri dell'Europa e dell'America Settentrionale, sia dai mari freddi (coste della Groenlandia) che caldi (coste della Florida). La loro scoperta così recente è spiegabile considerando che questi organismi sono capaci di aderire molto saldamente al substrato e solo metodiche particolari (shock osmotico causato dal lavaggio della ghiaia con acqua dolce) permettono di evidenziarli. Sono animali interstiziali di dimensioni di pochi decimi di millimetro, caratterizzati dal possesso di un rivestimento (lorica) formato da sei piastre indurite che dalla regione posteriore del corpo (addome) si spingono verso avanti. Nel corpo si distinguono una parte anteriore, detta introverto, provvista di spine e terminante in un cono orale (proboscide), una parte mediana, detta collo, fornita di piastre disposte a formare alcuni anelli, e l'addome, sacciforme. Sia il cono orale, sia l'introverto, sia il collo possono essere introflessi ed estroflessi grazie ad appositi muscoli o all'azione pressoria di muscoli sul liquido dello pseudoceloma. Il tubo digerente, rettilineo, si apre anteriormente con la bocca, armata di stiletti e fornita di grandi ghiandole salivari, e termina all'estremità posteriore con l'ano. La struttura boccale suggerisce un adattamento da ectoparassiti. Il sistema nervoso consta di due grossi gangli, uno anteriore dorsale e uno ventrale, dai quali si dipartono nervi per i vari distretti del corpo. Poco si conosce della biologia dei Loriciferi; le poche specie note hanno sessi separati e sviluppo indiretto, con alcuni stadi larvali simili agli adulti, la cui forma acquistano attraverso mute successive; le larve sono però prive di stiletti orali, hanno loriche più semplici e sono dotate di particolari processi, spinosi ventrolaterali e carnosi all'estremità posteriore, che hanno funzione locomotoria. Dei Loriciferi si conoscono attualmente due generi: Nanaloricus, con la specie Nanaloricus mysticus, e Pliciloricus, ma si ritiene che possano essere più numerosi.

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