Lisìmaco
(greco Lysímachos), generale macedone (m. 281 a. C.). Compagno di Alessandro, ebbe, dopo la sua morte, la Tracia e l'Asia Minore nord-occidentale. Preoccupato innanzitutto di rafforzare il proprio potere sulla sua satrapia, si unì alla coalizione di Seleuco, Tolomeo e Cassandro nel 315 a. C. per limitare l'espansionismo di Antigono Monoftalmo. Fondò in Tracia una nuova capitale, Lisimachia, e assunse nel 306 il titolo regale. Nel 302 sostenne con successo un altro attacco di Antigono grazie all'alleato Seleuco e al fianco di questi collaborò, l'anno seguente, alla definitiva sconfitta di Antigono a Ipso. Rafforzatosi con l'annessione di nuovi territori in Asia, tentò una spedizione oltre il Danubio che rischiò però di trasformarsi in una catastrofe. Raggiunse l'apice della potenza nel 284, quando tolse la Macedonia a Demetrio Poliorcete ma poi, per timore di una congiura, giustiziò il figlio Agatocle sulla base delle accuse della moglie Arsinoe, per cui gli altri figli chiesero l'intervento armato di Seleuco. Lo scontro decisivo avvenne nel 281 a Corupedio, in Frigia, dove Lisimaco fu sconfitto e ucciso.