Lazăr, Gheorghe
riformatore romeno (Avrig, Sibiu, 1779-1823). Figlio di contadini, studiò diritto all'Università ungherese di Cluj. Perfezionatosi a Vienna, tornò in patria nel 1811 con una preparazione scientifica e teologica e una formazione filosofica d'impronta illuminista. Gli ostacoli che l'autorità ecclesiastica, e specie il vescovo Moga, creò sul suo cammino, dovevano favorire l'eccezionale destino di questo “illuminatore”, predestinato a una missione storica: mostrare al mondo che si poteva elevare alla cultura il contadino valacco. Ritenuto “troppo istruito” per l'assegnazione di un vescovato, e trasferito al seminario ortodosso di Sibiu come professore, Lazăr si trovò ben presto in conflitto con l'autorità scolastica che, sotto l'accusa di aver inneggiato in pubblico a Napoleone fuggito in quell'anno (1815) dall'Elba, lo costrinse a dimettersi. La colpa reale era però un'altra: teologo contestatore, Lazăr proponeva un insegnamento teologico vivificato dalla filosofia razionale (Wolff, Condillac) e anteponeva alla metafisica un'etica fondata sulla legge naturale. Dopo un soggiorno a Brasov, Lazăr si stabilì a Bucarest, per assumervi l'organizzazione della prima scuola superiore in lingua romena (1818). Per cinque anni fu l'animatore di questa scuola che doveva affiancare sul piano culturale la corrente antifanariota e antiturca, da cui sarebbe nata la rivoluzione di Tudor Vlădimirescu (1821) che Lazăr appoggiò anche con i suoi suggerimenti tecnici. Autore di traduzioni e di manuali (specie di matematica, geometria, ingegneria, filosofia), di molti dei quali si sono persi anche i manoscritti, Lazăr ha contribuito alla formazione di personalità d'eccezione, basti ricordare Eliade-Rădulescu, che avrebbero continuato in quella stessa scuola, fino al 1828, l'impegno del maestro, rivolto a creare una cultura romena moderna. L'UNESCO ha inserito il suo nome fra i cinque personaggi del calendario romeno da ricordare nelle commemorazioni anniversarie mondiali.