Lüshun
IndiceGeneralità
Città (1.508.000 ab. nel 1990) della Cina, nella provincia del Liaoning (Regione di NE, Manciuria), 30 km a SW di Dairen (con cui forma l'agglomerato urbano di Lüda), all'estremità meridionale della penisola di Liaotung, in posizione strategica sul golfo del Chihli. Collegata per ferrovia a Shenyang, è attivo porto commerciale (esportazione di carbone, sale, minerali) e sede di industrie estrattive (manganese), alimentari e tessili (seta). È importante base navale. In giapponese, Ryojun; in russo, Port Artur.
Storia
Attivo porto commerciale fin dall'epoca della dinastia T'ang (618-907 d. C.), fu trasformata in porto militare sotto l'imperatore K'ang-hsi (1661-1722). Durante la guerra anglo-francese contro la Cina fu utilizzata come base dagli inglesi e in quel periodo le fu imposta dall'ammiraglio M. Seymour, che la occupò, la nuova denominazione di Port Arthur in omaggio al principe Arthur di Connaught, invece della precedente di Lüshun in uso dal sec. XVI. Nel 1894 la città fu occupata dai Giapponesi ai quali l'anno successivo, col Trattato di Shimonoseki, la Cina fu costretta a cederla ufficialmente. Ma un'azione congiunta di Russia, Francia e Germania ne ottenne la restituzione alla Cina. In seguito il governo zarista riuscì, in base a una convenzione col governo cinese (27 marzo 1898), a farsi cedere in affitto per 25 anni la penisola del Kwantung e la fortezza marittima diella città, destinata a divenire la stazione terminale della ferrovia transmanciuriana. Assediata per terra e per mare nel corso della guerra russo-giapponese del 1904-05, cadde in mano ai Giapponesi dopo sei mesi di assedio, il 2 gennaio 1905. Col Trattato di Portsmouth (settembre 1905) fu ceduta al Giappone insieme alle installazioni ferroviarie del retroterra. Nel 1923, allo scadere del periodo di 25 anni, il Giappone si rifiutò di restituire la città. Dopo l'invasione giapponese in Manciuria (1931) l'importanza di Lüshun (conosciuta ancora come Port Arthur) come base per ulteriori attacchi contro la Cina e l'URSS divenne per l'imperialismo giapponese incalcolabile. Dopo l'entrata in guerra dell'URSS contro il Giappone, Cina e Unione Sovietica conclusero un trattato (14 agosto 1945) con cui si impegnavano a gestire in comune, per la durata di 30 anni, Port Arthur come base navale in funzione difensiva. Col trattato di amicizia, alleanza e mutua assistenza concluso il 14 febbraio 1950 fra le due potenze, fu stabilito che l'utilizzazione congiunta sovietico-cinese della base terminasse alla fine del 1952. Allo scadere di tale data, il governo della Repubblica Popolare Cinese chiese a quello sovietico, in considerazione dell'aggravarsi della situazione internazionale in Estremo Oriente, di prolungare la permanenza delle truppe sovietiche a Port Arthur. Il 12 ottobre 1954, Unione Sovietica e Cina, valutando il miglioramento intervenuto nella situazione internazionale con la cessazione della guerra in Corea e la conclusione della Conferenza di Ginevra sull'Indocina, oltre all'avvenuto rafforzamento delle capacità difensive della Repubblica Popolare Cinese, conclusero un accordo in base al quale fu stabilito che le unità sovietiche potevano ritirarsi dalla base, fino ad allora congiuntamente utilizzata, di Port Arthur. Entro il maggio 1955 la base navale cessò di essere presidiata dalle forze sovietiche. Oggi Port Arthur, nuovamente denominata Lüshun, costituisce con Dairen (Dalian) una grossa conurbazione industriale detta in cinese Lüda (Lüshun/Dalian).