Kunze, Reiner

poeta tedesco (Oelsnitz, Erzgebirge, 1933). Entrato in conflitto con le autorità, nel 1977 abbandonò la Germania Orientale, criticando aspramente il regime e mostrando la precarietà dell'esistenza individuale all'interno di quel sistema. Le sue poesie Aber die Nachtigall jubelt (1962; Ma l'usignolo giubila), Widmungen (1963; Dediche), Brief mit blauem Siegel (1973; Lettera con sigillo blu) e le prose poetiche Die wunderbaren Jahren (1976; Gli anni meravigliosi) additano nell'amore e nella natura la possibilità di una vita libera da complicazioni. Tra le altre opere si ricordano Das Kätzchen (1979; Il gattino), Eine stadtbekannte Geschichte (1982; Una storia nota a tutta la città), Sensible Wege; Zimmerlautstärke (1982; Sentieri sensibili), Gesprach mit der Amsel (1984; Colloquio con il merlo) e Eines jenes einziges Leben (1986; L'unica vita di ciascuno di noi). Nel 1990 ha pubblicato sotto il titolo Deckname Lyrik (Nome di copertura: Lirica) una documentazione che fece grande scalpore sugli atti raccolti su di lui dalla STASI, il servizio di sicurezza della ex Repubblica Democratica Tedesca. Nel 1992 è uscito Mensch ohne Macht (Uomo senza potere), cui ha fatto seguito nel 1993 una serie di interviste Begehrte, unbequeme Freiheit... (1993; Agognata, scomoda libertà...).

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