Johnson, James P.
pianista jazz e compositore statunitense (New Brunswick, New Jersey, 1894-New York 1955). Di famiglia povera, autodidatta, iniziò a suonare in feste da ballo. Studiò poi con Bruto Giannini; divenuto un virtuoso, prese a comporre brevi rag (1917). Scoperto il jazz, riuscì a immettere nel ragtime l'improvvisazione, trasformandolo in jazz: i suoi primi capolavori (Carolina Shout, Keep off the Grass) ne fecero il leader della scuola pianistica di Harlem. Si dedicò poi al teatro leggero: il suo primo successo, Runnin' Wild (1923), col celeberrimo Charleston, lanciò la voga di questa danza in tutto il mondo. Incise accompagnando grandi cantanti (Bessie Smith, Ethel Waters) e come solista (Riffs); ma poi si volse a comporre pagine sinfoniche, il cui linguaggio è però vicino al jazz (Harlem Symphony, Yamekraw, Jasmine Concerto). Scrisse le opere De organizer (libretto di Langston Hughes) e The Dreamy Kid (testo di Eugene O'Neill). Colpito da paralisi, morì dimenticato. Artista austero, senza compromessi, dall'inventiva aspra e ritmica, Johnson è un gigante della musica nera: Fats Waller, Duke Ellington, George Gershwin lo hanno considerato loro maestro.