Itō, Toyo
architetto coreano (Seoul 1941). Laureatosi a Tōkyō nel 1965, ha lavorato in Giappone prima con Kiyonori Kikutake (1965-69) e poi dal 1971 ha iniziato la sua attività autonoma, occupandosi soprattutto di edilizia residenziale. Itō nelle sue opere ricerca la leggerezza, partendo dal minimalismo di Andō e attraverso l'utilizzo di materiali da costruzione non tradizionali. Il primo esempio in cui traduce questa sua ricerca è la casa in alluminio a Fujisawashi, Kanagawa (1970-71), materiale utilizzato poi anche per la casa a Sakurajosui, Tōkyō (1997-2000); una conferma viene poi dalla copertura polimaterica del parco agricolo di Ōita (2001). Ossessionata dalla leggerezza, l'architettura di Itō sembra rifuggire tutto ciò che può evocare gravità e appoggio: gli spessori tendono a scomparire, apparendo come linee tese tra due punti, tra due estremi, mentre i prospetti assumono non di rado l'aspetto di velari, come nel caso dell'ospedale Cognacq-Jay a Parigi (1999) e della Mediateca di Sendai (1995-2001), una delle più celebrate opere dell'architettura contemporanea. Fra le sue realizzazioni si ricordano, inoltre: cottage a Sengataki (1975), case a Nakano e a Kamiwada (1977), a Koganei e a Chuorinkan (1981), a Denenchafu (1984), a Magomezawa (1986), la Torre dei venti a Yokohama (1986), il padiglione Artec (1989) per l'esposizione di Nagoya del 1990 e il Museo di Yatsushiro (1991). Itō si è interessato anche della progettazione di arredi, realizzando negli ultimi anni Ottanta alcuni sistemi di seduta. Nel 2002 gli è stato assegnato il Leone d'oro alla Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia.