Huxley, Thomas Henry
biologo inglese (Ealing, Londra, 1825-Eastbourne 1895). Medico militare della Marina britannica, dal 1846 al 1850 prese parte a una crociera scientifica, che si svolse prevalentemente nell'arcipelago malese, durante la quale ebbe modo di studiare la fauna marina, particolarmente le meduse su cui pubblicò un importante scritto. Nel 1851 fu eletto membro della Royal Society; nel 1854 lasciò la Marina diventando professore di scienze naturali alla scuola delle miniere; in quel periodo si occupò anche di paleontologia. Nel 1858 con l'opera On The Theory of the Vertebrate Skull (Sulla teoria vertebrale del cranio) confutò l'ipotesi, già avanzata da W. Goethe, secondo cui le ossa del cranio deriverebbero dalla trasformazione di vertebre, ed entrò in polemica con l'anatomista R. Owen, sostenitore di una morfologia idealistica di derivazione romantica. Alla comparsa dell'Origine delle specie di Darwin, Huxley si fece strenuo difensore della nuova teoria e in una pubblica riunione affrontò (1860) il vescovo di Oxford, Samuel Wilberforce, ottenendo una clamorosa affermazione a favore della teoria di Darwin. Nel 1863 apparve Zoological Evidences as to Man's Place in Nature (Prove della posizione dell'uomo nella natura), opera in cui, basandosi sull'anatomia comparata dell'uomo e delle scimmie, sostenne la tesi dell'origine animale dell'uomo, che neppure Darwin aveva ancora esplicitamente formulato. Si dedicò anche a studi scientifico-filosofici, che interpretavano i risultati della biologia, divulgando la filosofia evoluzionistica di Spencer, che sottrasse a qualsiasi suggestione romantica e religiosa e tentò anzi di riportare nel grande alveo dell'empirismo classico (Hume, 1879). Usò per primo il termine “agnosticismo”, per indicare l'impossibilità di una soluzione ultima dei problemi dell'assoluto e della morale.