Huidobro, Vicente
poeta cileno (Santiago 1893-Cartagena, Cile, 1948). Di famiglia aristocratica, ebbe una solida formazione culturale. A sedici anni, a Parigi, conobbe i maggiori poeti contemporanei (Apollinaire, Max Jacob, ecc.) ed entrò nel clima avanguardistico del dadaismo e del surrealismo. Dopo una breve collaborazione alla rivista Nord-Sud, formulò (1917) una nuova concezione della lirica che chiamò creazionismo. Secondo questa teoria il poeta deve rifuggire da ogni descrizione o imitazione del reale per creare con mezzi autonomi l'opera d'arte. Tutta la poesia di Huidobro, colta, cerebrale, è applicazione delle teorie estetiche creazioniste ed è basata sulle metafore più ardite, sul rifiuto del nesso logico, sui neologismi più arbitrari. Tra le opere di Huidobro si ricordano: Horizon carré (1918; Orizzonte quadrato), illustrato da Juan Gris, e Tout à coup (1925), scritte in francese; Espejo en el agua (1916; Specchio nell'acqua), Ecuatorial (1918; Equatoriale), Vientos contrarios (1926; Vento contrario), Poema en siete cantos (1931; Poema in sette canti), El ciudadano del olvido (1941; Il cittadino dell'oblio) e Últimos poemas (postumo,1948), in spagnolo. Huidobro scrisse inoltre cinque romanzi (tra i quali Sátiro o el poder de las palabras, 1939) e il saggio biografico Mío Cid Campeador (1929).