Hillēl (il Vecchio)

uno dei massimi interpreti della legge mosaica, detto il Vecchio (Babilonia 70 a. C.-Gerusalemme 10 d. C.). Discendente da una famiglia ebraica esule a Babilonia, apparteneva alla setta dei farisei, ma da essi si distinse per l'alta dottrina e la profondissima umanità, che lo portava a un'interpretazione sempre aderente ai bisogni dell'uomo, lontana dallo sterile formalismo, di cui era antesignano il suo avversario, il rabbino Shammai. Innumerevoli sono gli aforismi che gli si attribuiscono a testimonianza delle sue virtù. Fissò sette modi d'interpretazione della Bibbia, che divennero le regole fondamentali di ogni seria ermeneutica. La scuola che raccolse il suo insegnamento ebbe sempre come carattere e preoccupazione l'indulgenza e la comprensione per la fragilità umana e l'uso della legge per aiutarla e confortarla.

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