Henriot, Èmile
scrittore e critico letterario francese (Parigi 1889-1961). Esordì diciassettenne con Poèmes à Sylvie (1906), prima di una serie di raccolte di delicata e classica ispirazione (La flamme et les cendres, 1909; Petite suite italienne, 1909; Églogues imitées de Virgile, 1912; Vignettes et allégories, 1925), riunite in Poésie (1928). Si dedicò in seguito al romanzo (Le diable à l'hôtel, 1919; Aricie Brun ou les vertus bourgeoises, 1924; Les occasions perdues, 1931; La rose de Bratislava, 1948), alla saggistica e alla critica letteraria, con la breve parentesi poetica di Tristis exul (1945) e Les jours raccourcissent (1954). Critico del Temps e poi del Monde, incarnò l'immagine dell'umanista profondo conoscitore del passato ma aperto alle nuove esperienze. Raccolse i suoi articoli in Courrier littéraire (10 vol., 1922-59), cui vanno aggiunti ritratti (Portraits de femmes, 1935-37), studi su scrittori minori dal sec. XIII al XVIII (Livres du second rayon, 1925) e un libro di ricordi: On n'est pas perdu sur la terre (1960). Nel 1945 fu eletto all'Académie Française.