Guerrini, Olindo
poeta italiano (Forlì 1854-Bologna 1916). Trascorse quasi tutta la vita a Bologna, prima addetto e poi direttore della Biblioteca Universitaria, amico di Carducci e di Panzacchi. Nel 1877, fingendosi editore dei versi di un immaginario cugino, Lorenzo Stecchetti, morto trentenne di tisi, pubblicò Postuma, una raccolta che suscitò scandalo e interesse per l'acceso erotismo e il carattere dissacrante. A un feroce anticlericalismo e a una violenta denuncia sociale sono improntate anche le raccolte successive, Polemica e Nova polemica (1878). La violenza verbale di Guerrini non nasce tuttavia tanto da un'intima ribellione – fu uomo semplice e bonario – ma piuttosto dall'adesione a una certa tradizione scandalistico-letteraria, di carattere goliardico e si esaurisce nella satira e nella comicità esteriore, spesso anche grossolana. Lo confermano la parodia burlesca di Giobbe, serena concezione di M. Balossardi (1883), in cui Guerrini prese di mira un poema di Mario Rapisardi e insieme un certo costume letterario, e le Rime di Argia Sbolenfi (1897; altro pseudonimo di Guerrini), canzonatura dell'isterismo femminile e del decadentismo poetico. Più importante del poeta in lingua, appare oggi il poeta dialettale dei postumi Sonetti romagnoli (1920) e delle Ciacole di Bepi, in dialetto veneto, pubblicate sul Travaso dal 1905 alla morte di Pio X (1914). Da ricordare, della sua attività di saggista e di erudito, le prose di Brandelli (1883), Brani di vita (1908) e una monografia su G. C. Croce (1879).