Guadalupa
IndiceGeneralità
Dipartimento d'Oltremare (1703 km²; 453.000 ab. secondo una stima del 2005) della Repubblica francese, formato da un gruppo di isole situate nelle Piccole Antille (America Centrale). Col nome di Guadalupa si designa comunemente la più vasta di queste isole (1434 km²; 335.000 ab. nel 1990), composta da due territori (Grande-Terre e Basse-Terre) separati dall'esiguo braccio di mare della Rivière Salée, ma collegati da un ponte: principali dipendenze sono le isole Marie-Galante , La Désirade, Les Saintes, Saint-Barthélémy e Saint-Martin (divisa con i Paesi Bassi). .Il clima è di tipo tropicale, caldo-umido tutto l'anno, con precipitazioni copiosissime, che sui versanti montuosi di Basse-Terre (Soufrière, 1484 m) possono raggiungere i 9000-10.000 mm annui, ma che si riducono a 1000 mm annui sulla costa orientale di Grande-Terre. La popolazione, composta di mulatti (77%), afroamericani (10%) e creoli (10%), parla abitualmente il creolo-francese (lingua ufficiale è però il francese) e professa in maggioranza la religione cattolica. Con una densità media di 250 ab. per km², Guadalupa, tenuto conto della sua struttura economica, può considerarsi sovrappopolata. Una massiccia campagna per il controllo delle nascite, l'elevarsi del livello di vita e l'emigrazione dei più giovani verso la Francia hanno però già abbassato il tasso di natalità al 17,1% annuo. Capoluogo è Basse-Terre, sulla costa sudoccidentale dell'isola omonima, ma il centro economico più importante è Pointe-à-Pitre che, con la vicina Les Abymes, forma un'agglomerazione di circa 90.000 abitanti. L'economia locale, gravemente deficitaria, stenta ad affrancarsi dalla necessità del sostegno governativo francese e di quello dell'UE (1,6 miliardi di dollari nel periodo 1989-93), che tuttavia hanno portato alla realizzazione di infrastrutture che dovrebbero potenziare almeno le entrate turistiche (693.000 presenze nel 1998), come la costruzione del nuovo aeroporto a Pointe-à-Pitre e l'acquedotto sottomarino (1994) che alimenta l'isola Désirade, finora scarsamente abitata e utilizzata. L'economia si basa sull'agricoltura di piantagione, che si è gradualmente allontanata dalla tradizionale monocoltura della canna da zucchero per estendersi alla coltivazione delle banane (1,4 milioni di q); entrambi i prodotti sono destinati alle esportazioni, dirette per circa i 2/3 in Francia e per il resto negli Stati Uniti e nell'altro Dipartimento francese d'Oltremare, la Martinica. Rimangono, inoltre, come eredità di lontani esperimenti agricoli, esigue produzioni di caffè, cacao e vaniglia. Sono presenti anche l'allevamento (bovino, suino e ovino) e lo sfruttamento delle risorse ittiche e forestali, che incidono in misura modesta sulla composizione del reddito. Poche sono le industrie, per lo più legate alla lavorazione dei prodotti agricoli (zuccherifici, distillerie di rum, fabbriche di conserve di frutta e fabbriche di birra). Come si è già precedentemente citato, è soprattutto il turismo internazionale che apporta valuta non trascurabile per la debole economia locale. In francese Guadeloupe.
Guadalupa. Veduta di Capesterre nell'isola di Marie-Galante.
De Agostini Picture Library / C. Rives
Guadalupa. Veduta di Terre-de-Haute nelle isole Les Saintes.
De Agostini Picture Library / S. Amantini
Guadalupa. Cartina geografica.
Storia
Fu scoperta da Colombo durante il suo secondo viaggio (1493) ma gli Spagnoli non vi stabilirono basi molto solide. Nel 1635 fu occupata dai Francesi che sterminarono la popolazione caribe. Passò sotto il governo diretto della corona nel 1674. Nel 1946 l'isola divenne Dipartimento d'Oltremare, con quattro deputati all'Assemblea nazionale e due senatori al Senato della Repubblica francese.
Letteratura
La popolazione, che discende in grandissima parte da schiavi africani, non ha del tutto perduto le proprie tradizioni ataviche, ma le ha adattate alle nuove circostanze e realtà sociali, esprimendole in un folclore (racconti, proverbi, canti e danze) che presenta aspetti autenticamente africani e altri più nuovi, seppur sempre legati a una sensibilità afroamericana. Le prime opere letterarie, in lingua francese, apparvero nel sec. XVIII con l'elegiaco Léonard (1744-1793), che visse in Francia e nella cui poesia galante l'isola natia appare solo come un ricordo. La classe colta, bianca o africana, era nettamente orientata verso la metropoli francese e i migliori talenti espatriavano, tagliando ogni legame culturale con l'isola lontana. Ricordiamo che il grande poeta francese Saint-John Perse (1887-1975) è nato in Guadalupa, il cui riflesso permane nei suoi Eloges (1911). L'esiguità dell'isola e la crisi economica conseguente all'abolizione della schiavitù non agevolarono il fiorire delle lettere. Un risveglio letterario si è avuto solo nel sec. XX, sotto la doppia influenza della cultura africana e francese. Gilbert de Chambertrand ha coltivato il folclore locale in commedie, racconti e poesie. Successivamente è apparsa una letteratura di protesta contro il razzismo, influenzata dal movimento della Négritude. I maggiori rappresentanti sono i poeti Guy Tirolien e Paul Niger. Nei versi disincantati e sognanti di Henri Corbin si esprime l'anelito alla libertà della sua gente. La vena di esotismo colorato e sensuale permane però nelle liriche di J.-L. Baghio'o e di Maryse Elot, cui fanno contrasto la poesia malinconica e nobile di Jeanne Kermadec, o i versi di Jeanne Max, ispirati alla storia della sua isola. A partire dagli anni Settanta del XX sec. si è andata sviluppando una produzione in creolo, specialmente teatrale, che esprime una volontà di riappropriazione del patrimonio culturale autoctono; in questo campo si distingue il poeta Hector Poullet. Nella letteratura in francese il primo posto spetta alla narrativa, con una preponderanza di scrittrici di buon livello; Michèle Lacrosil, Jacqueline Manicom, Jeanne Max, Simone Schwartz-Bart, Myriam Warnes Vieyra trovano nella letteratura un mezzo di emancipazione e creano opere intimiste caratterizzate da una sottile analisi psicologica e da tendenze femministe. Su tutte domina Maryse Condé, romanziera, saggista e autrice teatrale di indiscusso valore. Anche nei romanzieri e poeti si nota una ricerca ossessiva dell'identità culturale, soprattutto attraverso la storia, sentita come memoria collettiva. Si vedano il lungo poema in prosa L'isolé soleil (1981) e il romanzo Soufrières (1987) di Daniel Maximin, le raccolte liriche Cette igname brisée qui est ma terre natale (1982) di Sonny Rupaire, che è anche autore teatrale, La terre où j'ai mal (1982) di Henri Corbin, Au verso du silence (1984) e Salve et Salive (1986) di E. Pépin.
Bibliografia
A. Questel, Géographie générale de la Guadeloupe, Parigi, 1951; J. Pouquet, Les Antilles françaises, Parigi, 1952; G. Lasserre, La Guadeloupe. Étude géographique, Bordeaux, 1961; H. Salandre, R. Chessac, Histoire et Civilisation des Antilles françaises: Guadeloupe et Martinique, Parigi, 1962; J. P. Jardel, Le Antille, Milano, 1985.