Ginzburg, Leóne

critico italiano (Odessa 1909-Roma 1944). Trasferitosi a Torino nel 1919, insegnò giovanissimo all'università e fu tra i primi collaboratori della casa editrice Einaudi. Nel 1933 fu allontanato dall'insegnamento per essersi rifiutato di giurare fedeltà al fascismo. Tra i fondatori del movimento di Giustizia e Libertà, fu arrestato per la prima volta nel 1934 e da quel momento subì una serie di persecuzioni fino al confino a Tornimparte, in Abruzzo, con la moglie Natalia e i figli. Nel 1943, esponente a Roma del Partito d'Azione, ne diresse l'organo clandestino . Arrestato in quello stesso anno, morì nel carcere romano di Regina Coeli in seguito alle torture subite. Nonostante i periodi di forzata inattività, Ginzburg ha lasciato notevoli studi, pubblicati postumi, sulle letterature russa, francese, italiana (Scrittori russi, 1948; Scritti, 1964) e parecchie traduzioni, soprattutto di autori russi (Tolstoj, Puškin, Turgenev). Collaborò, inoltre, alla rivista .

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