Giustìzia e Libertà
movimento politico antifascista fondato nel 1929 da giovani di varie tendenze, democratici, repubblicani e socialisti, sia residenti in Italia sia già rifugiatisi all'estero. In forte polemica con i vecchi partiti antifascisti di cui criticava l'attendismo e l'inefficienza, Giustizia e Libertà si poneva un fine insurrezionale e a questo scopo svolse un'intensa opera di propaganda e organizzò azioni clamorose tra il 1929 e il 1930. Un'ondata di arresti fra i suoi dirigenti costrinse Giustizia e Libertà, dopo il 1930, a una battuta di arresto e a una completa riorganizzazione. L'elaborazione ideologica, di cui Carlo Rosselli fu il principale artefice, assunse in questa seconda fase, attraverso la pubblicazione dei Quaderni di Giustizia e Libertà, il ruolo più importante in vista della futura creazione di uno Stato repubblicano e autonomista, con carattere sociale, ma non marxista. In polemica con la Concentrazione antifascista, da cui si staccò nel 1934, Giustizia e Libertà si impegnò nella guerra di Spagna. Nel 1940, con l'occupazione della Francia, il movimento si dissolse e più tardi i suoi membri entrarono a far parte del Partito d'Azione (le cui brigate presero il nome di Giustizia e Libertà) impegnandosi nella resistenza partigiana.