Gilet gialli
Movimento di protesta nato sui social network in Francia (Mouvement des Gilets jaunes) nel novembre 2018, manifestatosi attraverso dimostrazioni periodiche spesso sfociate in blocchi stradali e scontri di piazza con le forze dell’ordine. Alla sua origine c'è il malcontento nei confronti delle politiche messe in atto dal presidente Emmanuel Macron, come l’aumento dei prezzi dei carburanti, l’aumento dei pedaggi autostradali e l’abbassamento dei limiti di velocità e, più in generale, contro una serie di riforme sociali e fiscali che, a detta del movimento, ricadono quasi esclusivamente sulle spalle delle classi lavoratrici e del ceto medio. Il movimento, che esibisce come simbolo di riconoscimento il gilet giallo di sicurezza obbligatorio su tutte le auto, ha preso piede soprattutto nelle aree rurali e in provincia, coinvolgendo attori sociali molto diversi – operai, agricoltori, lavoratori autonomi, piccoli imprenditori, pensionati – e incarna la sfiducia in una politica percepita come espressione di un’élite tecnocratica separata dalle esigenze quotidiane dei cittadini. Tra il novembre 2018 e la primavera 2019 analoghe forme di protesta si sono registrate anche in Belgio. Privi di un vero coordinamento politico, negli ultimi mesi del 2019 i Gilet gialli hanno perso parte della loro forza propulsiva anche a causa dell’infiltrazione di gruppi radicali resisi responsabili di atteggiamenti antisemiti, di saccheggi e di gravi devastazioni durante le numerose manifestazioni nel centro di Parigi.