Fossombróne

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comune in provincia di Pesaro e Urbino (37 km da Pesaro), 118 m s.m., 106,68 km², 9289 ab. (fossombronesi), patrono: sant’ Aldebrando (1° maggio).

Cittadina della valle del fiume Metauro, si compone di un nucleo medievale sul colle e di una parte moderna nella pianura. Forse fondata da Sempronio Gracco tra il 133 e il 126 a. C., fu florido municipio romano sulla via Flaminia (Forum Sempronii). Distrutta durante le invasioni barbariche, fu riedificata in luogo più sicuro. Nella prima metà del sec. XIII Ottone IV la diede in feudo agli Estensi; passò quindi ai Pofi, alla Chiesa (1292) e ai Malatesta, che la fortificarono e nel 1444 la vendettero a Federico da Montefeltro. Rimase nel Ducato di Urbino fino al 1631, quando tornò definitivamente allo Stato Pontificio.§ Importanti sono i resti della rocca malatestiana (sec. XIV), con la chiesetta di Sant'Aldebrando. Notevoli alcuni palazzi dei sec. XV e XVI: il Palazzo Vescovile, i palazzi Staurenghi e Cattabeni, il Palazzo Comunale, il Palazzo Ducale (o Corte Rossa), la Corte Alta (edificata dai Montefeltro nel sec. XIII come residenza è, oggi, sede del museo e della pinacoteca civica). Vi sono poi numerose chiese, che conservano importanti opere artistiche: la cattedrale, con un dossale in pietra di Domenico Rosselli (1480); Sant'Agostino, d'impianto trecentesco ampliata nel Settecento; San Filippo (sec. XVII) e San Francesco (sec. XVIII).§ Per secoli centro per la lavorazione della seta e della lana grazie alle abbondanti acque del Metauro, oggi la città è sede di una grande industria di confezioni e di altre importanti aziende operanti nei settori metalmeccanico, del mobile e del cemento. L'agricoltura è tuttora rilevante, con produzione di frumento, barbabietole, olive, ortaggi e frutta e coltivazione di vigneti.§ Vi nacque il pittore Mario Tozzi (1895-1979).

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