Filistèi
(ebraico Pĕlištīm per il popolo, Pĕlešet per il Paese; assiro Palastu, Pilistu; egiziano Prst), uno dei Popoli del Mare provenienti dall'area egeo-balcanica, che invasero la Siria-Palestina all'inizio del sec. XII a. C. e furono fermati da Ramesse III al confine egiziano con battaglia terrestre e navale (ca. 1190 a. C.). I Filistei si stanziarono allora sulla costa della Palestina meridionale, nelle cinque città di Gaza, Ascalona, Asdod, Akkaron e Gat, governati da re detti sĕrānīm. Approfittando del ritrarsi del controllo egiziano dalla Palestina, e della crisi sociale e politica delle città cananee, i Filistei (pochi ma militarmente organizzati) divennero la potenza egemone della zona, specialmente nei territori agricoli della costa e delle valli, mentre sulle montagne si affermava il peso delle tribù d'Israele. Gli scontri fra i due popoli furono inevitabili: in un primo periodo i Filistei prevalsero (nonostante il tentativo di Saul di organizzare una valida difesa) ed estesero il loro controllo sulle tribù d'Israele (ca. 1000 a. C.); poi sotto la guida di David, le tribù d'Israele presero il sopravvento, sconfissero i Filistei e li respinsero nella loro pentapoli (ca. 980 a. C.). Le città filistee rimasero indipendenti, ma svolsero un ruolo secondario nei sec. X-VIII a. C., fino all'intervento assiro in Palestina, quando Asdod fu distrutta e ridotta a provincia assira (ca. 720 a. C) e le altre città divennero vassalle degli Assiri, conservando re propri. Conglobate poi nell'impero neo-babilonese e persiano, persero la loro individualità politica. Ricordo del loro nome è rimasto nel nome della Palestina.