Elefanta o Elephanta
isola indiana (così chiamata dai Portoghesi nel sec. XVI) nella rada di Bombay (Mar Arabico), una decina di chilometri al largo della città. Anche Gharapuri. § È famosa per una serie di templi dell'induismo scavati in roccia tra il sec. V e il sec. VIII. Il tempio principale, ispirato alla pianta dei vihara buddhistici, è costituito da una grande sala centrale sostenuta da una serie di pilastri cilindrici: nel mezzo sorge la piccola cella cubica con quattro porte guardate da maestose statue di dvārapāla (guardiani del tempio) entro cui è racchiuso il simbolo fallico di Śiva. Il vero sancta sanctorum, che custodisce un imponente busto tricefalo di Śiva, una delle più celebri raffigurazioni composite di questa divinità (Maheśamūrti), è stato scavato in fondo alla sala. La ricca decorazione scultorea distribuita negli altorilievi del santuario e dei portici d'ingresso è ispirata alla complessa iconografia di Śiva. Costruito verso la metà del sec. VII, questo tempio documenta gli sviluppi dell'architettura rupestre e le tendenze della scultura nel periodo delle imprese artistiche dei Cālukya e dei Rāṣṭrakūṭa, realizzate, nel cosiddetto stile postgupta, oltre che a E., a Badami, Aurangabad, Paṭṭadakal e soprattutto a Ellora.
Elefanta . Uno dei templi (sec. V-VIII) dell'isola indiana.
De Agostini Picture Library/G. Nimatallah