Dompè, Marìa

scultrice italiana (Fermo, 1959). Diplomatasi in scultura all'Accademia di Belle Arti di Roma, nei primi anni Ottanta partecipa a diversi concorsi nazionali e, nel 1985, è invitata alla collettiva Esprit de Géometrie curata da F. Menna. La prima personale dell'artista, tenutasi a Roma, è del 1989. Materia privilegiata della sua ricerca è la pietra, sola o combinata con altri materiali come corda o stoffa e spesso accostata a elementi della cultura del luogo per il quale le opere sono realizzate. Tra le numerosissime collettive cui ha partecipato, si ricordano Visioni di Hymnen a Torino (1989) dove presenta un grande lavoro con dodici lastre di travertino rette da corde appese a un telaio di ferro e Arte in Scena a Todi con l'opera Summa Cavea (1991). Nel 1990 realizza la prima installazione permanente al Museo Waldhof Bielefeld e l'anno successivo, durante un soggiorno in Giappone, crea Umi-no-kanata-he, opera di grande suggestione formata da lastre di granito ordinate e come tenute insieme da fusti di bambù. A Roma nel 1997 presenta l'installazione Don’t forget Mururoa. In diretta relazione con il soggiorno nipponico è una delle opere più interessanti dell'artista: Alle donne di Nakiri (Roma, 1999) che coinvolge in un'intensa evocazione il giardino e gli spazi espositivi dell'Istituto Giapponese di Cultura.

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