Delorme o De l'Orme, Philibert
Indicearchitetto e trattatista francese (Lione ca. 1510-Parigi 1570). Esponente tra i maggiori del Rinascimento in Francia, operò l'innesto della cultura classicista nella tradizione costruttiva francese. Al termine di una sua prima formazione nel vivace clima umanistico di Lione, si recò a Roma, dove soggiornò dal 1533 al 1536 a contatto con l'ambiente artistico della corte di Paolo III Farnese. Appassionato cultore della lezione vitruviana, Delorme ben presto, attraverso meticolosi studi e rilievi dei monumenti antichi, giunse a un approccio razionale e severo dell'antichità, approfondendo la conoscenza delle tecniche costruttive e della varietà delle soluzioni consentite dal lessico classicista. La sua prima opera risale al ritorno a Lione nel 1536: la galleria dell'Hôtel Bullioud, rue de la Juiverie, nella cui ardita soluzione si possono cogliere le idee che in seguito giungeranno a maturazione. Nel 1537-38 fu chiamato a Parigi dal cardinale Du Bellay, che lo introdusse nella cerchia del delfino e di Diana di Poitiers. Per il Du Bellay, Delorme costruí il castello di St.-Maur-les-Fossés (1541-44), da lui stesso definito come il primo edificio in Francia “che mostra come debbano essere osservate le proporzioni e le dimensioni dell'architettura”. Dopo la realizzazione della tomba di Francesco I e di Claudia di Francia a Saint-Denis (1547), Delorme attese a un folto gruppo di opere: terminò la cappella gotica del castello di Vincennes (1548, anno in cui fu nominato architetto del re Enrico II), intervenne nell'Arsenale reale a Parigi (1547-59, distrutto) e realizzò numerose opere minori, scomparse. Nel castello di Fontainebleau lavorò, assieme al fratello Jean, collaboratore anche in altre opere, fra l'altro alla galleria di Enrico II (1548) e alle volte e alla tribuna della Chapelle Haute (1554); fu attivo anche nelle residenze reali di Chambord e di Madrid a Boulogne (Seine, 1550-59, distrutta). Ancora per Enrico II, fornì il progetto del Château Neuf di St.-Germain-en-Laye (1557, compiuto sotto Enrico IV; distrutto) e poco lontano da quello costruì il castello della Muette (demolito nel 1700); completò il castello di Villers-Cotterêts e vi aggiunse la cappella (1556, completamente alterata), e dal 1548 in poi eresse quello di St.-Légerles-Yvelines. Per Diana di Poitiers, oltre al castello di Anet (1547), costruì quello di Limours (Seine-et-Oise, prima del 1559; distrutto) e iniziò nel 1556 la trasformazione di quello di Chenonceau, costruendovi il ponte sullo Cher (1558-59). Dopo essere stato sostituito dal Primaticcio, Delorme si dedicò a una circostanziata riflessione sulla propria esperienza di architetto: nel 1561 diede alle stampe le Nouvelles inventions pour bien bastir et à petit fraiz; nel 1567 Le premier tome de l'Architecture, in 9 libri, ristampato l'anno seguente e nel quale le Nouvelles inventions diventarono i libri X e XI. Assolutamente originali sono l'impostazione e lo svolgimento del trattato delormiano, lontano sia dal tono speculativo dell'Alberti sia da quello compendiario del Serlio: il mutuo scambio teoria-pratica, desumibile dall'esperienza personale, è la chiave di un approccio multidimensionale al mondo dell'architettura. Nel 1563 venne richiamato da Caterina de' Medici, per la quale aveva eseguito il castello di Monceaux (ca. 1555), che lo incaricò dell'ampliamento e della completa trasformazione del castello di St.-Maur (1563) e della progettazione del palazzo delle Tuileries, i cui lavori iniziarono nel 1563-64.
Philibert Delorme in un ritratto (Parigi, Musée des Arts Décoratifs).
De Agostini Picture Library/G. Dagli Orti
Bibliografia
A. Blunt, Philibert De l'Orme, Londra, 1958; M. Tafuri, L'architettura del Manierismo nel Cinquecento europeo, Roma, 1966; J. P. Lescaut, Le Château de Anet, Parigi, 1979.