Della Bèlla, Stèfano, detto Stefanino
(dai francesi Labelle), pittore e incisore italiano (Firenze 1610-1664). Avviato alla scultura dal padre, passò presto alla pittura e quindi all'incisione, entrando nell'atelier di Remigio Cantagallina. Fin da giovane si esercitò a copiare le acqueforti di Callot, cui è ispirata la maggior parte della produzione del periodo romano (1633-39). Tuttavia fu a Parigi (1639-49) che l'artista raggiunse l'apice della sua attività. Dopo il 1647, probabilmente per la conoscenza delle opere di maestri olandesi, il suo stile, specie nei paesaggi, si fece più pittorico, mentre la linea si sfaldava e le figure s'ingrandivano. Questo nuovo modo di trattare il paesaggio insieme alla ricchezza e varietà delle invenzioni decorative, spesso utilizzate per scenografie teatrali, esercitarono una notevole influenza sulla cultura figurativa francese contemporanea. Richiamato dai Medici a Firenze nel 1649, trovò un ambiente provinciale che gli richiese opere sulla linea della sua prima produzione. Molto apprezzato nel Settecento, quando fu pubblicato da Jambert (1772) il catalogo delle sue incisioni, e criticato nell'Ottocento, viene attualmente rivalutato come incisore.