Callot, Jacques
Indiceincisore francese (Nancy 1592-1635). Educato in un ambiente culturale in cui il manierismo fiammingo (Luca da Leida, Bruegel) e quello della scuola di Fontainebleau costituivano il linguaggio figurativo corrente, giovanissimo (1608) venne a Roma, dove, nella bottega di P. Thomassin, si perfezionò nella tecnica del bulino, ed entrò in contatto, attraverso il Tempesta e Antonio Parigi, con la corte di Cosimo II di Toscana dove si trasferì per soggiornarvi fino alla morte del granduca (1621). Durante il soggiorno italiano incise al bulino e all'acquaforte alcune trascrizioni di dipinti famosi, che lo dimostrano informato sulle soluzioni estreme del manierismo romano, quindi i Capricci (1617) e la Fiera dell'Impruneta (1620). Ritornato a Nancy, da cui si mosse per un breve soggiorno nelle Fiandre durante il quale incise l'Assedio di Breda (1625), e per rapidi e frequenti viaggi a Parigi sollecitati da Richelieu e Luigi XIII, eseguì l'Assedio dell'isola di Re e l'Assedio della Rochelle (1629). Le opere dell'ultimo periodo sono animate da una sensibilità insieme ironica e drammatica nei confronti del destino dell'uomo, e il segno, abbandonata ogni piacevolezza manieristica, si fa sempre più acuto e preciso: risultati estremi i cicli dei Gobbi, degli Zingari, dei Pezzenti (1621-28) e le tragiche visioni delle Miserie della guerra (1633).
Jacques Callot in un ritratto del sec. XVII (Strasburgo, Cabinet des Estampes).
De Agostini Picture Library/M. Seemuller
J. Lieure, P. Marot, A. Philippe, F. Pariset, R. A. Weigert, Jacques Callot et les peintres et graveurs lorrains du XVIIe siècle, Nancy, 1935; R. A. Weigert, Jacques Callot, Parigi, 1935; E. T. De Bechte, Jacques Callot, New York, 1955; A. Glikman, Jacques Callot, Leningrado-Mosca, 1959; D. Ternois, Jacques Callot - Catalogue complet de l'œuvre dessiné, Parigi, 1962; idem, L'art de Callot, Parigi, 1962; G. Milesi, Dizionario degli incisori, Bergamo, 1982.