Deep Space 1
sonda interplanetaria statunitense lanciata il 24 ottobre 1998 da Cape Canaveral con un vettore Delta II nell'ambito del New Millennium Program, che prevede la sperimentazione di nuove tecnologie per le missioni del sec. XXI. Di forma ottagonale, la sonda ha una massa di 486 kg (compresi 31 kg di idrazina e 81 di xeno), è alta 2,5 m, larga 1,7 e profonda 2,1; i due pannelli fotovoltaici si estendono per quasi 12 m e generano 2500 watt. La sonda è stata dotata di 12 dispositivi innovativi, tra cui un motore a ioni come sistema di propulsione principale, un sistema ottico di navigazione autonomo, un nuovo generatore solare per l'alimentazione elettrica e uno strumento che integra una camera di ripresa e uno spettrometro. Il motore a propulsione ionica sfrutta l'emissione di atomi ionizzati di gas xeno per imprime alla sonda una spinta meno intensa, ma per un tempo molto maggiore, di quella che si ottiene con il combustibile chimico. Lungo il suo percorso ha avuto (29 luglio 1999) un incontro ravvicinato con l'asteroide 9969 Braille, un piccolo corpo celeste di 2,2 km di diametro la cui orbita incrocia quella di Marte. Per tale incontro, avvenuto a una distanza di 27 km, è stato utilizzato un navigatore robotizzato AutoNav con un programma di intelligenza artificiale: ha calcolato la propria posizione e quindi ha modificato autonomamente la traiettoria intervento dalla Terra. La missione primaria è terminata il 18 settembre 1999, ma la NASA ha deciso di estenderla fino all'ottobre 2001 con l'obiettivo di realizzare due nuovi incontri: con la cometa Wilson-Harrington nel gennaio 2001 (poi non effettuato) e con la cometa Borrelly nel settembre 2001. A fine settembre 2001, a 230.000 km dalla Terra, nelle vicinanze dell'orbita di Marte, la sonda ha attraversato la chioma della cometa, raccogliendo numerose immagini dell'astro. Gli strumenti di bordo, nonostante il bombardamento di migliaia di particelle, hanno continuato a funzionare, analizzando i gas circostanti, misurando gli effetti provocati sulla cometa dal vento solare, rilevando il campo magnetico e sondando il comportamento del nucleo ghiacciato in rapido scioglimento per la vicinanza al Sole.